l'analisi
mercoledì 25 Settembre, 2024
di Ottilia Morandelli
Anche in Trentino la terra si muove e spesso non ce ne accorgiamo nemmeno. In provincia di Trento lo scorso anno sono stati registrati 157 fenomeni sismici. Un numero in calo rispetto al 2022 quando gli episodi erano stati 169. Nel contesto geologico della catena alpina il nostro territorio risulta, seppur sismicamente attivo, non una zona a rischio rispetto ad altre regioni d’Italia, specie nella zona centro-meridionale, sulla dorsale appenninica, in Calabria e Sicilia, ed in alcune aree settentrionali, tra le quali il Friuli, parte del Veneto e la Liguria occidentale. Il Trentino è comunque caratterizzato dalla presenza di terremoti, di piccola entità, che sono localizzati sul territorio provinciale, ma vengono anche risentiti gli eventi sismici più forti che avvengono nelle regioni limitrofe, come le aree della Gardesana-Lessinea e del Feltrino-Bellunese. In generale il livello di sismicità in Trentino e nelle regioni alpine è tale che solo pochi degli eventi che avvengono ogni anno sono percepiti dalla popolazione, un numero decisamente inferiore rispetto a quelli che vengono annualmente registrati dagli strumenti di misurazione. In questo territorio sono più numerosi i terremoti di minore entità rispetto a quelli più forti. Come riporta la Provincia di Trento allo stato attuale i terremoti molto forti che sono in grado di creare disagi e danni nell’area trentina «non sono molto frequenti». Secondo dati Ispat, se nel 2023 i terremoti registrati per via strumentale sono stati 157, dodici in meno rispetto al 2022, nel 2021 distribuiti in un anno se ne sono verificati 197. Dal 1982 ad oggi l’andamento del fenomeno ha subito diversi cambiamenti, passando dai 46 terremoti del 1982 ai 27 del 2000, fino ad arrivare ai 499 del 2015. Numeri che non possono essere inseriti in un «quadro lineare o in un trend», spiega il presidente dell’ordine dei geologi, Mirko Demozzi. «Le Alpi sono una catena in lenta evoluzione. Seppur questi dati in calo possano fare pensare a un trend, non è così. Numeri in calo che non corrispondono a una stabilizzazione di questa catena-spiega Demozzi- Il Trentino non è una zona asismica. Siamo una delle regioni meno problematiche dal punto di vista dei fenomeni sismici, ma anche da noi possono esserci grandi scosse». I dati sugli eventi sismici in trentino dimostrano che «le Alpi sono in lenta evoluzione e che il processo geologico non si è ancora fermato». I terremoti registrati in provincia di Trento dal 2015 e il 2023 hanno avuto una magnitudo media compresa fra lo 0,9 e lo 0,8. Lo scorso anno la magnitudo massima registrata era di 2,6, a fronte del 3,5 del 2021. La profondità media del terremoto, vale a dire la distanza fra l’epicentro e l’ipocentro, è stata nel 2023 di 9 chilometri, nel 2022 di 8, con una massima di 40,5 chilometri lo scorso anno, a fronte dei 24,3 chilometri del 2022. Quest’anno è stata rivista la classificazione sismica della provincia. I Comuni trentini si dividono in tre zone sismiche, rispettivamente la 2, la 3 e la 4, in base all’indice di pericolosità. Secondo questa mappa sono previsti 147 Comuni in zona sismica 3, un’area in cui il rischio che i terremoti forti si verifichino è basso. Sono 15 invece i Comuni in zona 4, l’area meno pericolosa, dove probabilità che capiti un terremoto è molto bassa. Anche nella nostra regione è presente però la zona 2, come ricorda il geologo Demozzi: «A riprova che in Trentino c’è la possibilità che si verifichino terremoti forti che non devono essere sottovalutati, c’è l’area 2. Un’area tra le più pericolose dal punto di vista sismico. Si tratta dei territori di Ala, Avio, Sagron Mis e Vallarsa. I fenomeni sismici non possono essere previsti, ma possiamo solo calcolare, o ipotizzare la probabile magnitudo. In base a questo si devono mettere in pratica alcune doverose accortezze», conclude Demozzi.