Ateneo
domenica 19 Maggio, 2024
In università si lavora con Fido e Micia
di Davide Orsato
Dipendenti con il proprio animale, in una settimana 7 richieste

Già fra qualche settimana, gli studenti dell’Università di Trento che andranno a colloquio con un professore potrebbero non incontrare solo il docente. Con lui potrebbe esserci un fedele amico a quattro zampe. Ma lo stesso potrà accadere anche in un ufficio del personale tecnico e amministrativo. Anzi, in ogni ufficio. Prudenti e allo stesso tempo aperte potenzialmente a specie diverse dai classici cani e gatte, le nuove linee guida dell’ateneo consentiranno a tutti i dipendenti di recarsi al lavoro con un animale d’affezione. Il vademecum è stato approvato dal direttore generale, Alex Pellecani, il 30 aprile ed è stato trasmesso a tutti i dipendenti giovedì scorso. La reazione non si è fatta attendere: in meno di sette giorni sono già arrivate quattro richieste, tutte da persone intenzionate a portare, più o meno stabilmente, il proprio animale nelle varie sedi dell’università. Ma la strada è lunga. Le linee guida parlano chiaro: serve innanzitutto il consenso — scritto — di tutte le persone presenti nello stesso ufficio e avere tutti i documenti sanitari in regola. Questo vale per gli animali «standard»: cani di taglia media o piccola e gatti. Attenzione, però, i felini dovranno essere abituati al guinzaglio. Sia cani che gatti, inoltre, dovranno essere assicurati a un guinzaglio di lunghezza massima di un metro e mezzo e non saranno accettati negli uffici aperti al pubblico e negli spazi di rappresentanza. Prudenza, per l’appunto. Soprattutto perché la nuova iniziativa è provvisoria. «Ci siamo dati un anno di tempo — spiega Mario Depaoli, direttore delle risorse umane dell’ateneo trentino — per verificare come viene accettata. Ma l’interesse c’è, e la proposta è nata proprio su input dei dipendenti, tramite le organizzazioni sindacali. C’è molta aspettativa, anche perché l’idea non è nata all’improvviso, ma è frutto di una lunga riflessione. Ci sono diversi studi, del resto, che dimostrano come la presenza di animali al lavoro migliori non solo la condizione del proprietario e dell’animale stesso ma anche i rapporti interni, favorendo coesione». Ci sarà, però, particolare attenzione nel rispetto dei tempi. «Eventuali uscite, per una passeggiata potranno essere fatte solamente nelle pause, sul rispetto dei tempi saremo particolarmente rigorosi». Quanto a tutti gli altri animali, compresi i cani oltre i 35 chili, ci vorrà un certificato speciale per il via libera a portarli con sé. Se l’animale si rivela problematico (ad esempio: un cane che abbaia) il permesso sarà revocato. «Questa iniziativa — la conclusione di Depaoli — è solo l’ultima innovazione intrapresa per migliorare le condizioni lavorative dei dipendenti, un percorso in cui l’università crede molto».
La delibera
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green deal
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