anno giudiziario
sabato 27 Gennaio, 2024
di Redazione
È stato inaugurato questa mattina l’anno giudiziario al palazzo di giustizia di Trento e durante il suo discorso il presidente Fugatti ha dichiarato che «l’organico del personale a tempo indeterminato presso gli uffici giudiziari è passato dalle 341 unità del 2018 alle 361 nel 2023. Un importante aumento se consideriamo che negli ultimi 5 anni sono andati in pensione ben 201 persone».
Se in passato era uno dei reparti in emergenza, oggi la pianta organica per il ruolo di funzionario linguistico è quasi completamente coperta (19 unità su 20 posti disponibili). «Anche la posizione di funzionario giudiziario ha visto rimpolpare i ranghi – ha detto il Presidente – oggi conta 71 dipendenti a fronte ancora di 35 posti liberi pari al 21,6%. Discorso quasi simile per il ruolo di assistente giudiziario. Qui abbiamo 75 unità in servizio, mentre 35 posti sono ancora scoperti ovvero il 18%».
Per compensare i vuoti nei vari uffici giudiziari a breve partiranno nuove assunzioni a tempo indeterminato alla luce dei risultati nei rispettivi concorsi pubblici effettuati nel 2023. A febbraio entrano a regime 12 funzionari giudiziari (9 in Trentino e 3 a Bolzano) e 5 funzionari UNEP (4 in Trentino e uno a Bolzano). Tra marzo e aprile saranno assunti altri 7 funzionari giudiziari (6 in Trentino e uno a Bolzano) e 15 operatori giudiziari, due dei quali assegnati a Bolzano.
«I risultati raggiunti durante questa complessa, ma difficile legislatura sono frutto dell’impegno e della professionalità di tutti coloro che lavorano negli uffici giudiziari – ha concluso il Presidente – sono certo che si proseguirà con il medesimo slancio anche per i prossimi 5 anni affinché si possa garantire una sempre maggiore qualità dell’azione amministrativa che rappresenta una parte fondamentale del sistema della giustizia, arrivando anche alla definizione gli Accordi di carattere pluriennale con il Ministero della Giustizia e con il Ministero dell’Economia e della Finanze, volti a determinare gli standard minimi di funzionalità che la Regione è tenuta ad assicurare nell’esercizio della delega».
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