La situazione

venerdì 1 Settembre, 2023

Incendio alla Vetri Speciali, indaga la procura. Riacceso l’altoforno per sciogliere il vetro

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Tentativi disperati per salvare l’impianto. Escluse al momento ipotesi di reato

Dopo venti ore di lavoro senza sosta, i vigili del fuoco hanno lasciato, ieri sera attorno alle 18, lo stabilimento della Vetri Speciali di Gardolo. Ma già in mattinata la scena era quella di un ritorno alla normalità, con i camion a caricare le ultime bottiglie prodotte, per portarle sugli scaffali dei rivenditori. Nessuna traccia di fumo. Sembrava quasi che l’incendio della sera prima non fosse mai accaduto. Eppure quanto è successo alle 21 di mercoledì rischia di avere lunghe ripercussioni.
Forse anche sul piano giudiziario: la procura di Trento ha aperto un’inchiesta. È stato fatto ricorso al modello 45, quello che si utilizza per «gli atti non costituenti notizie di reato». Un modo per tenere sotto controllo quanto accaduto in assenza eventi sanzionati dal codice penale. Escluso dunque il dolo come l’incendio colposo. Quanto accaduto nell’azienda, secondo i primi riscontri, è stato un incidente: una feritoia di pochi centimetri da cui è colato il vetro incandescente, fuoriuscito dalla suola a 1.600 gradi Celsius. Una sostanza tecnicamente classificabile come lava, che ha finito per infiammare gli ambienti circostanti. Grazie al pronto intervento degli operai presenti, però, il peggio è stato evitato. I danni ai locali sono esigui, preoccupano, invece, quelli che riguardano il forno. L’impianto è stato riacceso, non senza fatica, nella tarda mattinata di ieri: lo scolpo è quello di «sciogliere» il vetro presente all’interno della volta, prima che il processo di solidificazione ne potesse compromettere il recupero. A oggi, però, non si sa ancora se l’altoforno potrà essere recuperato. Maggiori dettagli su quanto accaduto si avranno dalla relazione dei vigili del fuoco che verrà consegnata sempre in Procura. Di per sé, si apprende da alcuni pompieri intervenuti, quanto accaduto ha una dinamica nota, al punto che gli operai presenti erano attrezzati per intervenire. Ma il danno è andato ben oltre rispetto alle possibilità di manovra dei presenti e, a un certo punto, è stato impossibile fermare il fiume di vetro fuso. Impegnati sul posto, con autobotti e idranti, i vigili del fuoco permanenti di Trento e i volontari di Gardolo, Cognola e Lavis. Intervenuti anche i carabinieri della compagnia di Trento: una volta appurata, però, l’assenza di dolo, il testimone, anche per quanto riguarda i rilievi tecnici, è passato esclusivamente ai vigili del fuoco.
Sul fronte sanitario non sono risultati ustionati mentre qualcuno dei presenti (una ventina gli operai in turno alla produzione quando è scoppiato l’allarme) sono stati sottoposti ad accertamenti per assicurarsi che non avessero subito danni a seguito delle inalazioni. Sul fronte dell’inquinamento ambientale, invece, il fumo che si è visto, dovuto in parte alle fiamme ma soprattutto ai vapori di raffreddamento del vetro, non dovrebbero esserci particolari conseguenze.
E la principale preoccupazione dei lavoratori, ieri, non era tanto la salute, quanto le conseguenze che l’incendio avrebbe comportato sul loro lavoro. La notizia della cassa integrazione, benché paventata da subito, è arrivata ufficialmente solo nel pomeriggio. «Ero presente quando c’è stato l’incendio, ho vissuto momenti di grande preoccupazione – racconta uno degli operai in turno mercoledì sera, non senza nascondere la delusione– eppure non mi è arrivata nessuna comunicazione dai vertici aziendali. Non so nemmeno se devo tornare al lavoro oggi (ieri, ndr) pomeriggio». Per capire i dettagli tecnici, l’origine, di una vicenda conclusasi senza vittime ma che avrà un impatto economico significativo potrebbe volerci ancora molto tempo.