il caso

mercoledì 15 Maggio, 2024

Inceneritore a Spini, Gardolo e Rotaliana scettici. Girardi (FdI): «Farlo in Trentino è una sconfitta per la politica»

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Il sobborgo sorpreso dalla notizia. Frizzera (Circoscrizione): «L'abbiamo appreso dai giornali. Ora vogliamo spiegazioni»

Nessuno alza gli scudi, ma «a caldo» arriva un «no» all’ipotesi di realizzare l’inceneritore a Spini di Gardolo. «Sappiamo solo dai giornali, approfondiremo — dice la presidente della Circoscrizione Gianna Frizzera — ma d’istinto direi di no, che non è il caso». Più diplomatico il consigliere provinciale di Fratelli d’Italia Christian Girardi, ex sindaco di Mezzolombardo: «Come amministratori della Rotaliana abbiamo più volte espresso dubbi sulla localizzazione a nord di Trento, per tantissimo motivi. Ora, posto che un impianto dev’essere fatto, si valuti attentamente il suo impatto». E aggiunge: «Fare un inceneritore in Trentino, quando a 50 chilometri ce n’è uno a Bolzano, nella stessa regione, è una sconfitta della politica, da destra a sinistra».
L’intesa Fugatti-Ianeselli
Si è tornati a parlare di inceneritore perché il presidente della Provincia Fugatti lo ha posto tra gli obiettivi di legislatura, e perché sulla collocazione dell’impianto ha lasciato intendere che «Trento sarebbe ben disposta». Una strada tutta in discesa per il governatore, se il sindaco di una città della coalizione opposta alla sua si dice «ben disposto» ad accogliere il tanto vituperato inceneritore nella città che amministra. Anche se — a dire il vero — Ianeselli non ha detto «avanti, prego». Ha posto dei paletti: «No alla realizzazione dell’impianto a Ischia Podetti», ma nessun veto su Spini di Gardolo. Il ragionamento che si fa a Palazzo Geremia è legato alle compensazioni — la città che ospita l’inceneritore negozierebbe con la Provincia alcune contropartite — e alla funzionalità: «meglio vicino ad un insediamento produttivo-residenziale per poter sfruttare l’energia prodotta nel teleriscaldamento».
Rotaliana sul «chi va là»
«In Rotaliana non siamo contrari a prescindere, non abbiamo la sindrome Nimby — dice subito il consigliere provinciale di Fratelli d’Italia ed ex sindaco di Mezzolombardo Christian Girardi — ma le nostre posizioni sono chiare, e già messe nero su bianco a suo tempo quando scrivemmo ad Appa e all’allora assessore all’ambiente Mario Tonina». Un’osservazione che sottolineava tutti i dubbi sull’ipotesi di un impianto a nord di Trento, con la Rotaliana sottovento: «Chiediamo siano fatte tutte le verifiche, che si consideri ogni impatto possibile, che non è solo quello sanitario e ambientale, ma quello legato all’economia, alla vocazione agricola e turistica della zona». Insomma, non una preclusione: «Purché dopo attente verifiche emerga che un inceneritore a in Trentino sia conveniente». E aggiunge: «Perché credo che due impianti, uno a Trento e uno a Bolzano, distanti cinquanta chilometri, sia una sconfitta della politica. Si sarebbe potuto concentrare in Alto Adige lo smaltimento del residuo e in Trentino quella dell’umido». Girardi solleva poi qualche dubbio: «C’era uno studio che metteva in evidenza che senza già una rete di teleriscaldamento non ha senso, che farebbe fatica a sostenersi, e la tariffa potrebbe addirittura aumentare». Il consigliere si ferma qui, ma con questo ragionamento sposterebbe l’inceneritore lì dove una rete di teleriscaldamento c’è già, quindi Rovereto.
I timori della Circoscrizione
Presa in contropiede dall’accelerazione sull’ipotesi di un impianto a Spini di Gardolo, la presidente della Circoscrizione Gianna Frizzera: «Leggo sui giornali, non ne sapevo niente. A caldo — dice subito — sono contraria. Lo dico a livello personale, questa è la mia opinione. Poi — assicura — mi confronterò con tutto il Consiglio e chiederò sia al Comune che alla Provincia di spiegarci bene cos’hanno intenzione di fare». E vorrà chiedere lumi «sulla collocazione, sull’impatto, sui rischi per la salute».