La maxi indagine Romeo
mercoledì 25 Dicembre, 2024
di Benedetta Centin
Maxi inchiesta affari e politica: sono sei gli indagati che passeranno queste festività agli arresti domiciliari e così sarà almeno fino a quando non si esprimerà la Corte di Cassazione a cui i loro avvocati hanno annunciato faranno ricorso. Ma è anche vero che gli ermellini potrebbero anche confermare le misure cautelari in atto così come ha deciso, nei giorni scorsi, il tribunale del Riesame di Trento. L’impianto accusatorio di fatto ha retto alla prima prova dell’aula, davanti al collegio di giudici (presidente Laura Di Bernardi) che non ha concesso la libertà se non a uno dei principali indagati dell’inchiesta denominata «Romeo».
Libertà non concessa
Niente Natale da persone libere, insomma, per il commercialista bolzanino Heinz Peter Hager (che può già lavorare da casa), per l’imprenditore arcense Paolo Signoretti, per l’ex senatore e sindaco di Dro Vittorio Fravezzi, per gli architetti altoatesini Fabio Rossa e Andrea Saccani, e per la funzionaria del Comune di Bolzano, Daniela Eisenstecken. Solo uno dei sette ai domiciliari dal 3 dicembre è tornato libero dal pomeriggio del 19 dicembre, ed è il giornalista pubblicista Lorenzo Barzon. La misura, per lui, è stata sostituita con quella dall’obbligo di dimora di Bolzano, così come era già stato concesso, ma dal gip Enrico Borrelli, alla sindaca di Riva del Garda, Cristina Santi, dopo che si era dimostrata collaborativa nel corso dell’interrogatorio di garanzia. Rimane libero in patria, in Austria, il magnate del mattone René Benko che non è mai stato arrestato e non verrà estradato, «consegnato» all’Italia: «inammissibile», questo, per il suo Paese.
I giudici sull’aggravante
L’ipotesi d’accusa di associazione a delinquere ha quindi resistito ai contraccolpi delle difese che hanno discusso a lungo martedì in aula. E se il collegio di giudici ha escluso l’aggravante del metodo mafioso in relazione al presunto delitto associativo, è stata invece riconosciuta per i reati fine, quindi per i singoli episodi contestati agli indagati. Una decisione, quella del Riesame, su cui la Procura ha espresso piena soddisfazione.
Il ricorso in Cassazione
Quanto invece alle difese dei sei, hanno già fatto sapere che, lette le motivazioni che verranno depositate tra 45 giorni, presenteranno ricorso in Cassazione insistendo per la revoca dei domiciliari, evidenziando che tra l’altro non esisterebbero esigenze cautelari. Ma per l’udienza a Roma si dovrà aspettare probabilmente la prossima primavera.
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