L'inchiesta

mercoledì 11 Dicembre, 2024

Inchiesta Romeo, il giudice: Barzon e Saccani restano ai domiciliari

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Rigettate le richieste di revoca della misura per l’architetto e il giornalista. Signoretti e Fravezzi depositano istanza al Riesame

Nessuna revoca della misura, come sollecitato dalle difese: l’architetto altoatesino Andrea Saccani e il giornalista bolzanino Lorenzo Barzon rimangono agli arresti domiciliari. Così ha deciso il giudice per le indagini preliminari Enrico Borrelli. Ieri, a 24 ore dagli interrogatori, il magistrato ha sciolto le riserve sull’istanza formalizzata dai legali dei due indagati, ristretti nelle loro abitazioni dal 3 dicembre scorso, come da ordinanza emessa nell’ambito della maxi inchiesta sulla presunta associazione a delinquere che avrebbe usato metodi mafiosi per condizionare gli appalti in Trentino Alto Adige (ma non solo). Per la Procura di Trento i due sarebbero tra le persone chiave nel presunto sodalizio che faceva capo al magnate austriaco René Benko. E come loro ci sono altri cinque ai domiciliari. Al momento solo la sindaca di Riva del Garda, Cristina Santi, è tornata libera, vincolata dal solo obbligo di dimora nei comuni di Riva e Arco. Questo dopo aver dimostrato un atteggiamento collaborativo con l’autorità giudiziaria nel corso di oltre un’ora di interrogatorio di garanzia che si è tenuto venerdì scorso (e il cui contenuto è stato secretato), assistita dagli avvocati Nicola Zilio e Ilaria Torboli.
Lunedì erano stati sentiti a lungo dal giudice anche Barzon e Saccani ma le richieste dei loro avvocati non sono state accolte. Prima era toccato a Lorenzo Barzon, nel frattempo sospeso dall’albo dei giornalisti, per l’accusa braccio destro del commercialista bolzanino Hans Peter Hager, al centro del sistema criminale stando agli inquirenti: il pubblicista 27enne aveva parlato per un’ora e venti minuti con il gip Enrico Borrelli e il pm Alessandro Clemente, respingendo le accuse su ogni fronte. Tanto che gli avvocati Beniamino e Luca Migliucci avevano chiesto per lui la revoca della misura degli arresti domiciliari. «Il nostro cliente è del tutto innocente e non ha commesso reati e ha saputo chiarire la sua posizione appieno». La difesa aveva specificato che Barzon non era l’uomo di fiducia di Hager ma un consulente «che emetteva regolare fattura e come tale veniva pagato», prendendo in questo modo le distanze dal commercialista altoatesino.
Quindi era stata la volta dell’architetto bolzanino Andrea Saccani, sospettato di aver gestito autorizzazioni e concessioni a favore del «gruppo affaristico»: il professionista lunedì aveva parlato per un’ora davanti al giudice «rendendo spiegazioni, ribattendo a tutte le contestazioni» aveva spiegato il suo legale, Migliucci. Che aveva aggiunto: «L’aggravante del metodo mafioso credo sia un’ipotesi fantasiosa». Eppure anche per Saccani non c’è stato alcun affievolimento della misura. Il giudice ha solo stralciato per lui e Barzon il divieto di comunicare con l’esterno, allargando le maglie dei possibili contatti. Un provvedimento analogo era già stato adottato dallo stesso gip nei confronti dell’architetto bolzanino Fabio Rossa, rigettando anche per lui la richiesta di revoca degli arresti domiciliari. E con domani si chiuderà la partita degli interrogatori di garanzia.
Nel frattempo, anche l’avvocato Giovanni Rambaldi, che assiste l’imprenditore arcense Paolo Signoretti, ha depositato la richiesta di riesame della misura cautelare, per far decadere i domiciliari. E come lui l’avvocato Nicola Degaudenz che difende l’ex senatore ed ex sindaco di Dro, Vittorio Fravezzi. Entrambi gli indagati, lunedì, si erano avvalsi della facoltà di non rispondere davanti al giudice. Le istanze dei loro legali verranno discusse al tribunale del riesame la prossima settimana.