le reazioni
sabato 30 Dicembre, 2023
di Francesco Terreri e Davide Orsato
«Non sono per niente stupito che sia emerso un rischio infiltrazioni nel settore dei trasporti». Andrea Gottardi è il past president degli Autotrasportatori di Confindustria e, ormai quindici anni fa, fu tra i primi a denunciare pubblicamente l’infiltrazione della criminalità organizzata nel tessuto economico trentino. «Bene che polizia e magistratura stiano indagando, anche se la presunzione di innocenza va sempre osservata. Ma nel nostro settore è da tempo che denunciamo che ci sono aziende che hanno un modus operandi anomalo. In una situazione di costi alle stelle e di margini bassi per tutti, spuntano fuori anomali eccessi di utili. Qualcuno sta provando a giocare in un certo modo».
Secondo Gottardi, «le banche lo hanno capito, stanno attente a questi indici di anomalia. In questo periodo in Trentino c’è tanto lavoro, dall’alta velocità ad altri comparti, e non possiamo permettere che il nostro tessuto economico venga infiltrato dalle mafie, come ha insegnato l’esperienza di Perfido. Chi opera legalmente deve essere tutelato».
Si dice preoccupato del trend, pur con l’aplomb che lo contraddistingue anche un uomo delle istituzioni di lungo corso come Alberto Francini, già questore di Trento, attualmente impegnato come commissario prefettizio a Lona Lases. «Quello che preoccupa — spiega — è il trend di lungo periodo. Sappiamo che la mafia è presente in tutte le aree con un certo benessere, è questo include tutto il nord Italia ma anche molti paesi esteri, che vanno dalla vicina Austria all’area del Baltico. L’attività principale, sui cui è necessaria una particolare attenzione, è quella del riciclaggio. Che, in Trentino, magari è ancora residuale, ma potrebbe essere comunque sufficiente a inquinare l’economia». I settori «attenzionati» sono sempre quelli: quello del porfido, al centro dell’unico caso di mafia trentino finito in tribunale, ma anche il primario (soprattutto per quanto riguarda l’utilizzo di pascoli) e il ricettivo.
Proprio la collaborazione con il mondo imprenditoriale è al centro di un progetto coordinato da Francini e che vede coinvolti la Provincia e la Camera di Commercio. Entrerà nel vivo nei primi mesi dell’anno prossimo. «Tra gennaio e febbraio — annuncia Francini — faremo i primi incontri con gli imprenditori e forniremo loro il nostro tool kit». Si tratta di un questionario che, tramite una serie di domande, consentirà agli operatori economici di interrogarsi su quanto la loro attività sia a rischio infiltrazione mafiosa. «Può capitare di essere esposti a una situazione particolare senza essere in grado di riconoscerla — afferma Francini — l’intenzione è quella di aiutare gli imprenditori ad accorgersi e denunciare: il Trentino ha anni di vantaggio rispetto ad altre regioni del Nord già abbondantemente infiltrate e questo vantaggio lo dobbiamo