Sanità
giovedì 2 Marzo, 2023
di Redazione
Dopo il primo gabbiano risultato positivo al virus dell’influenza aviaria le analisi effettuate dall’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie hanno confermato l’infezione anche in tre gabbiani rinvenuti morti lunedì scorso alle foci del fiume Sarca.
Le analisi effettuate nei laboratori dell’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie hanno isolato il ceppo H5N1 dell’influenza aviaria, malattia che ha causato la morte anche del primo gabbiano rinvenuto in località Pergolese nel comune di Madruzzo.
Permane l’indicazione di adottare comportamenti prudenti per prevenire nel nostro territorio il possibile passaggio di tale malattia agli animali allevati, in particolare evitando, per quanto possibile, il contatto del pollame allevato con l’avifauna selvatica (mantenendo il più possibile al chiuso il pollame, installando reti antipassero o coprendo gli spazi aperti).
Continua il monitoraggio della malattia attraverso l’analisi dei volatili rinvenuti morti sul territorio. In questi giorni sono stati consegnati all’Istituto zooprofilattico altri gabbiani, un astore, un germano reale, un colombo e una gallina. Sono risultate negative le analisi di un gabbiano rinvenuto ferito a Calceranica, della gallina morta in Valle dei Laghi e del Germano reale rinvenuto a Riva del Garda. I risultati delle analisi degli altri volatili sono attese nel corso della prossima settimana.
Si conferma l’importanza di segnalare immediatamente alle unità operative di Igiene e sanità pubblica veterinaria dell’Apss competenti per territorio qualsiasi moria anomala di pollame allevato e al Corpo forestale, attraverso il numero 112, il rinvenimento di carcasse di volatili, soprattutto se si tratta di un fenomeno che riguarda un certo numero di uccelli, evitando di manipolarli.
opere
di Redazione
Pronti a partire i lavori a fianco delle gallerie delle Limniadi e a quello dei Titani. Il presidente Fugatti: «Massimo impegno sulla sicurezza. Accolte le modifiche progettuali per migliorare la compatibilità con il paesaggio»