I dati

sabato 12 Ottobre, 2024

Infortuni sul lavoro, +6% dei casi in otto mesi: il Trentino è in «zona rossa»

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Rapporto Inps: aumento del 15% considerando gli incidenti scolastici. In calo solo l’artigianato. Osservatorio Vega: lacune sul fronte della sicurezza

Nei primi otto mesi dell’anno in Trentino si contano 6.069 infortuni sul lavoro, quasi 800 in più dello stesso periodo dell’anno precedente, con un balzo del 15%. Lo dicono i dati Inail aggiornati ad agosto. Togliendo dal conto gli infortuni scolastici, passati da 530 a 1.045 per l’estensione della tutela assicurativa ai casi rilevati durante le lezioni in classe (Il T del 24 settembre), resta comunque un totale di 5.024 incidenti, il 6% in più del periodo gennaio-agosto 2023. I casi mortali sono 10, quasi il doppio dei 6 dei primi otto mesi dell’anno scorso. E si tratta degli infortuni denunciati all’Inail: tenendo conto di quelli fuori dal perimetro dell’Istituto pubblico e dei trentini morti fuori provincia, siamo ad almeno 14 vittime. Secondo l’Osservatorio Vega Engineering di Mestre, che monitora gli infortuni mortali avvenuti sul posto di lavoro, escludendo quelli in itinere cioè mentre si va o si ritorna dal lavoro, i 9 casi trentini comportano per la nostra provincia un incidenza sugli occupati pari a 36,7 per milione. Il dato colloca il Trentino in zona rossa, con un’incidenza superiore a +25% rispetto alla media nazionale, pari a 21,5 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori. Siamo in compagnia di Bolzano, Valle d’Aosta, Umbria, Sicilia, Molise e Calabria. In zona arancione, con incidenza superiore per meno del 25% a quella media nazionale, ci sono Emilia-Romagna, Sardegna, Basilicata, Campania, Puglia e Lazio. In zona gialla, di poco inferiore alla media, troviamo Abruzzo, Lombardia, Toscana, Friuli-Venezia Giulia e Piemonte. In zona bianca Veneto, Liguria e Marche.
Degli infortuni dei primi otto mesi, 5.488 sono avvenuti in occasione di lavoro, in netto aumento, 581 in itinere, in diminuzione. Quasi nessun comparto produttivo registra cali. In agricoltura gli incidenti passano da 358 a 363. Nell’industria si sale da 1.062 a 1.137. Il terziario vede un incremento da 1.054 a 1.261 casi. Solo nell’artigianato si riscontra un calo, dai 421 infortuni dei primi otto mesi 2023 ai 412 del periodo gennaio-agosto di quest’anno.
Tra i diversi rami dell’attività economica, crescono dell’11% gli incidenti sul lavoro nell’edilizia, che passano da 373 a 414. Anche in sanità e assistenza sociale l’aumento è consistente, da 233 a 392. Tra i settori con più casi, il commercio all’ingrosso e al dettaglio, dove gli incidenti salgono da 207 a 286, e i trasporti e magazzinaggio, dove si passa da 251 a 273 denunce. Calano invece gli infortuni nel turismo, da 338 a 297. «È come se ogni anno sparisse dalla carta geografica un piccolo comune italiano popolato da oltre 1.000 abitanti – sintetizza il presidente dell’Osservatorio Vega Mauro Rossato a proposito dei dati nazionali – A questo ci hanno abituati le statistiche delle morti sul lavoro nel nostro Paese. E la prospettiva per il 2024 non sembra essere distante. Perché alla fine di due quadrimestri le vittime sul lavoro sono già 680: 23 decessi in più del 2023 (+3,5%)». Tra le fasce più a rischio, spiega l’Osservatorio, ci sono i lavoratori più anziani: l’incidenza più elevata (87,2) si registra nella fascia dei lavoratori ultrasessantacinquenni. Inoltre, gli stranieri deceduti in occasione di lavoro nei primi otto mesi dell’anno sono 120 su un totale di 507, con un rischio di morte sul lavoro che continua a essere quasi triplo rispetto agli italiani. E, infatti, gli stranieri registrano 50,6 morti ogni milione di occupati, contro i 18,2 degli italiani che perdono la vita durante il lavoro.