calcio
venerdì 18 Aprile, 2025
Insulti razzisti in campo: respinto il ricorso di Riccardo Nicolussi. Confermata la squalifica di 12 giornate
di Angelo Zambotti
Dopo oltre un mese, ecco il responso della Corte sportiva di appello territoriale: nessuno sconto all'attaccante del MolvenoSpor

Dopo oltre un mese, ecco il responso della Corte sportiva di appello territoriale: nessuno sconto a Riccardo Nicolussi, calciatore del MolvenoSpor squalificato per 12 giornate dopo gli insulti razzisti rivolti a Yassir Dsiri (classe 1998 di origine marocchina) in occasione del confronto tra i rossoazzurri lacustri e la Ravinense di domenica 9 marzo.
Il match di Promozione, giocato al don Santo Goio di Molveno, si era concluso con la vittoria a sorpresa dei padroni di casa sulla più quotata compagine del sobborgo cittadino. A tenere banco, più che il risultato del campo, è stata però la zuffa scatenatasi dopo il triplice fischio dell’arbitro Michele Armellini di Arco Riva, con le denunce di Nicola Laratta (fino a qualche settimana fa allenatore della Ravinense) durante la trasmissione A Tutto Campo di Trentino Tv a portare alla luce quanto in un primo momento era sfuggito. «Mi hanno detto scimmia» ha poi riferito Dsiri a il T Quotidiano, con il comunicato del 13 marzo che aveva quindi sentenziato le 12 giornate di stop ai danni di Riccardo Nicolussi il quale, stando a quanto riportato dal documento ufficiale della Federcalcio, «al termine della gara, spintonava un giocatore avversario, rivolgendosi nei suoi confronti con ripetute ingiurie ed offese dall’inequivocabile contenuto discriminatorio per ragioni di razza».
Dsiri rimediò invece 2 turni, in quanto «a gara terminata, in reazione alla condotta discriminatoria dell’avversario, lo spintonava con il petto, facendolo cadere», con Nicolussi che nell’occasione si esibì in una grottesca simulazione per far credere alla terna arbitrale di essere stato colpito al viso. Ebbene, dopo la sentenza di primo grado il presidente del MolvenoSpor, Alessandro Sartori, si è sempre detto sicuro di riuscire a scagionare con alcuni video il proprio tesserato che – stando alla versione della società dell’Altopiano – avrebbe detto «lama di m…» (e non scimmia) dopo uno sputo di Dsiri.
Il tutto mentre il dirigente rossoazzurro Attilio Giordani scriveva sui social che la denuncia di razzismo sarebbe stata «una ridicola messinscena creata ad arte per mettere in secondo piano la prestazione super del MolvenoSpor», sottolineando che anche l’eventuale insulto «scimmia» non sarebbe stato grave. Dopo la prima sentenza del Giudice sportivo e il respingimento del ricorso della Corte sportiva di appello territoriale, al MolvenoSpor rimane il terzo grado di giudizio.