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giovedì 3 Agosto, 2023

Investe Chris Obeng a Negrar di Valpolicella e si da alla fuga: il pirata della strada è ora ai domiciliari

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Rinvenuti i resti di un fanale anteriore e di uno specchietto retrovisore sulla strada riconducibili all'auto dell'operaio

«Non ho visto niente, non mi sono accorto di niente». Con queste dichiarazioni Davide B., 39 anni ha cercato di scagionare qualsiasi legame con l’investimento che la sera del 31 luglio scorso ha ucciso il tredicenne Abom Chris Obeng. Nel pomeriggio di oggi 3 agosto però l’uomo è stato arrestato dai Carabinieri di Nergar ed ora si trova ai domiciliari.

Il provvedimento restrittivo è scattato dopo l’esito dei rilievi stradali e dei successivi accertamenti attraverso i quali è stato possibile ricostruire la dinamica dell’incidente e fornire un quadro esaustivo della condotta tenuta dall’autore dell’investimento.

Alle 09.30 del martedì seguente all’investimento, i carabinieri avevano già individuato la targa e rintracciato il conducente e sequestrato il mezzo, con evidenti danni riferibili all’investimento di un pedone.

Ulteriori accertamenti hanno poi consentito di repertare sul veicolo e su un palo della segnaletica verticale presente nel luogo dell’investimento tracce ematiche riferibili alla vittima. Inoltre, sono stati rinvenuti i resti di un fanale anteriore e di uno specchietto retrovisore sulla strada e che sono risultati corrispondenti alle parti mancanti o danneggiate dell’autovettura individuata.

I sistemi di videosorveglianza hanno anche permesso di stabilire con esattezza l’orario dell’investimento, che risale a qualche minuto oltre le 21.30 di lunedì. Una fotocamera, poco distante dal luogo del fatto, ha ripreso da tergo il veicolo che si allontanava subito dopo l’investimento in direzione di Verona, mentre una seconda, circa un quarto d’ora dopo, lo ha immortalato frontalmente, al rientro Negrar di Valpolicella, evidenziando chiaramente la rottura del fanale anteriore destro. Un altro lettore ottico ha invece ripreso la vettura la mattina immediatamente successiva mentre veniva utilizzata dal conducente per recarsi al lavoro, rendendo evidente l’estensione dei danni. La medesima fotocamera aveva ripreso il mezzo anche la mattina precedente al fatto, che allora risultava ancora perfettamente integro.

L’uomo dovrà ora rispondere di omicidio stradale, fuga ed omissione di soccorso.