L'archiviazione
giovedì 12 Dicembre, 2024
di Benedetta Centin
Non avrebbe avuto modo di vedere e quindi di evitare la bambina che ha investito e ridotto in gravissime condizioni; quindi la sua posizione va archiviata. Questa, in sintesi, la motivazione che ha portato la pm Alessandra Liverani a chiedere l’archiviazione del fascicolo a carico della sessantenne che il 16 maggio 2022, alla guida della sua utilitaria, mentre percorreva in discesa la rampa condominiale per arrivare al suo garage, ha investito una bimba al tempo di poco più di un anno. Un incidente che le ha comportato danni importanti, permanenti: la piccola ha infatti necessità di costante assistenza e cura. Per la disperazione della famiglia che, basandosi su quanto emerso dalle consulenze, ha fatto opposizione alla richiesta di archiviazione della Procura. La discussione in udienza c’è già stata e ora spetterà al giudice sciogliere le riserve, decidere se archiviare o chiedere di procedere con ulteriori indagini.
L’incidente, le consulenze
L’automobilista, in seguito all’incidente, era stata iscritta sul registro degli indagati per lesioni stradali gravissime. Ai carabinieri intervenuti aveva detto di non essersi proprio accorta della presenza della piccola che, assieme alla madre che la seguiva a poca distanza, stava risalendo a piedi il ripido tratto. Per stabilire se la conducente avesse avuto o meno visibilità sulla rampa, se poteva evitare la piccola, per chiarire a che velocità procedeva e come sia potuto accadere, in ragione di quali cause, è stata effettuata una perizia cinematica con la formula dell’incidente probatorio. Così da cristallizzare le prove. Una perizia che il giudice per le indagini preliminari Enrico Borrelli aveva affidato all’ingegnere Igor Gonnella, chiamato appunto a stabilire dinamiche, cause e responsabilità del drammatico incidente che ha ridotto in condizioni disperate la bambina, che è stata in cura in diversi ospedali d’Italia. Un passaggio fondamentale, quello dell’incidente probatorio, sollecitato dalla stessa pm titolare dell’inchiesta che ha indagato la condomina. La quale, difesa dall’avvocatessa Sandra Mazzorana, si è avvalsa di un proprio consulente di parte, come la famiglia della piccola, assistita dall’avvocato Paolo Mazzoni.
La 60enne: «Non l’ho vista»
Il drammatico incidente era avvenuto dopo le 18, in una laterale di via Rotaliana a Mezzolombardo, strada di palazzine. L’automobilista stava rincasando. Dopo aver affrontato una curva a gomito ha imboccato la rampa del condominio per scendere fino al suo garage. Il box è proprio alla fine del ripido tratto e a quanto pare il basculante era già sollevato, quindi la conducente non avrebbe nemmeno dovuto fermarsi. Proprio in quei momenti la piccola stava risalendo a piedi la stessa rampa. A poca distanza, dietro di lei, la mamma con il passeggino. Quest’ultima, alla vista dell’auto, avrebbe urlato all’indirizzo della vicina per avvisarla della presenza della figlia. Ma la conducente ha travolto in pieno la piccola rimasta incastrata sotto la scocca della vettura. A confermarlo la stessa indagata, che fin dai primi momenti, ancora sotto choc, ha confessato ai militari di non essersi accorta della piccolina: «Non l’ho proprio vista. Ho solo sentito un colpo e ho udito le urla della mamma che mi diceva che avevo investito sua figlia» sarebbero state le parole della sessantenne. Allora per liberare la piccola da sotto l’auto i vigili del fuoco di Mezzolombardo avevano dovuto lavorare con divaricatore, pinze e cuscinetti idraulici. La bimba, nonostante la tempestività dei soccorsi, era rimasta sotto quella morsa per diversi minuti e aveva perso i sensi. Quando i vigili del fuoco avevano sollevato la vettura era intervenuto il medico rianimatore che aveva praticato le manovre sulla piccola, poi caricata sull’elicottero che l’aveva portata d’urgenza al Santa Chiara di Trento, poi reparto di terapia intensiva pediatrica dell’ospedale di Verona.
A distanza di più di due anni le sue condizioni rimangono molto critiche, con mamma e papà che si occupano a tempo pieno di lei. Genitori che, affidandosi a quanto emerso dalle consulenze, hanno chiesto che l’indagine sul maledetto incidente non vada in archivio con un nulla di fatto.