L'intervista

martedì 15 Agosto, 2023

Iris Setti, il dolore dello zio: «Il suo assassino malato? Da lui un gesto crudele, spero nella giustizia»

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Giovedì i funerali. «Le sue ultime volontà: cerimonia laica e cremazione. Al posto dei fiori raccolta per il gattile di Rovereto»

«Vogliamo giustizia. Una condanna esemplare». Sono passati dieci giorni da allora. Dieci giorni di dolore. Dieci giorni per tentare di comprendere un fatto così straziante da essere quasi impossibile da elaborare. Per i familiari di Iris Setti ci vorranno anni. E forse, chissà, il tempo non basterà, mai. Dopo l’assassinio brutale, di cui hanno saputo tutto, con i terribili dettagli degli ultimi istanti di vita dell’ex impiegata di banca di 61 anni arrivati nel giro di poche ore, quel nucleo ristretto di persone che frequentava Iris si è chiuso in un silenzio rigoroso. Lo hanno fatto per diversi motivi. Il primo, per non turbare l’anziana madre, Carla, lucida ma, forse, non in grado di reggere «tutta la verità». Il secondo, per non strumentalizzare l’accaduto. Cosa che, a detta loro, è stata fatta da tanti politici, nazionali e locali. L’ultimo a essersi recato sul luogo dove è stata uccisa Iris Setti, un angolo del parco Nikolajewka è stato il sottosegretario all’Interno Andrea Delmastro. Al contrario, la grande folla, spontanea, che si è radunata, sempre nel parco sul lungo Leno, è stata accolta dai familiari come «un gesto di solidarietà e vicinanza». Dopo una lunga attesa, è arrivato sabato scorso il nulla osta da parte della Procura: tutti gli accertamenti di dovere, inclusa l’autopsia, sono stati fatti. E il corpo di Iris è stato restituito ai familiari. E, di conseguenza, hanno fissato la data dell’ultimo addio: sarà giovedì 17, alle 17, al cimitero di San Marco. In quell’occasione, parlerà anche la famiglia, finora così riservata. Lo spiega lo zio, Aldo Santacatterina che, in questi giorni difficili, si è assunto il compito di parlare con le forze dell’ordine, con i servizi funerari, di sbrigare quei compiti penosi che ogni lutto porta.

Aldo Santacatterina, zio di Iris Setti

Di quanto accaduto la notte di sabato 5 agosto si è parlato molto, sono state dette tante cose, qualche volta «interessate». La famiglia di Iris cosa si sente di dire?
«Parleremo di lei e per lei. Lo faremo al funerale, davanti alle persone che conoscevano e volevano bene a Iris. Saranno frasi che sceglieremo assieme nei prossimi giorni».
Sarà una cerimonia laica al cimitero di San Marco…
«Erano le sue ultime volontà. Così come la cremazione, che avverrà dopo».
Lei ha affidato a Facebook un messaggio straziante, poco più di una settimana dalla morte delle nipote…
«Ho scritto quello sentivo, un ricordo. Il nome Iris era stato scelto perché è quello di un bellissimo fiore profumato. Una brutta sera d’agosto un animale feroce vestito da uomo ha strappato quel fiore dalla terra».
Si è parlato a lungo delle condizioni mentali di chi ha commesso il delitto, Chukwuka Nweke. Che idea vi siete fatti, che cosa vi aspettate?
«Ci aspettiamo giustizia. Quella vera. Non ci interessano i discorsi sulla salute mentale, ha commesso un gesto crudele, qualcosa di disumano. Ci aspettiamo una condanna esemplare».
Avete sentito la vicinanza della comunità di Rovereto?
«In moltissimi si sono fatti vivi. La fiaccolata è stato un grande segno di affetto. In molti volevano bene a Iris e ce lo hanno dimostrato in ogni modo in questi ultimi giorni».
Come spesso succede, al funerale non si chiedono fiori ma opere di bene. In occasione dell’ultimo saluto a Iris Setti si raccoglieranno offerte per il gattile di Rovereto. Come mai questa scelta?
«Iris ammirava molto il lavoro delle volontarie del gattile. Aveva due gatti e li amava molto. In realtà, amava tutti gli animali, erano una sua grande passione».