Il ricordo
domenica 4 Agosto, 2024
di Denis Rocca
Il 5 agosto di un anno fa Iris Setti veniva strappata alla vita, in una serata come tante nella quale si era presa cura di mamma Carla, avevano cenato e le aveva sistemato i capelli, e poi aveva deciso di fare una passeggiata. Quel 5 agosto con il suo omicidio il mondo di tutta la sua famiglia è irrimediabilmente cambiato. «Nulla è più come prima – racconta lo zio materno di Iris, Aldo Santacattarina, seduto a fianco della moglie nel soggiorno della loro casa roveretana – mai avrei pensato una cosa del genere, e invece a 81 anni mi sono ritrovato in un’altra vita, un’altra dimensione». Lunedì sarà passato un anno da quel giorno, ma nonostante tutto lo strazio e la sofferenza è proprio Iris, il suo ricordo e la persona che ha saputo essere in vita, a portare un sorriso in questa nuova dimensione piena di dolore nella quale tutti i suoi cari si sono ritrovati scaraventati dal giorno della sua morte. «Era la figlia che ogni mamma sarebbe stata orgogliosa di avere – racconta, ancora emozionato a pensare alla nipote lo zio – aveva dedicato tutta la sua vita a mia sorella Carla, con amore si è sempre presa cura di lei con gioia e semplicità. E noi siamo incredibilmente orgogliosi della donna che è stata e che sarà sempre nella nostra memoria e in quella delle persone che l’hanno conosciuta. Tanti suoi colleghi l’hanno ricordata nei giorni successivi, ci hanno portato la loro vicinanza e abbiamo sentito davvero che parlavano con il cuore e con sincerità, non per maniera come può accadere quando qualcuno muore, della donna che Iris era, della sua riservatezza e professionalità in banca, della gentilezza e generosità che noi conosciamo bene di mia nipote». È una donna che, dono raro e prezioso, sapeva vedere la bellezza nella quotidianità quella che i suoi cari ricordano ad un anno dalla morte: «Iris aveva il nome di un fiore, ed era aggraziata proprio come un fiore – la ricorda zia Rosana – La sua vita era bella perché trovava gioia nelle cose semplici, un prato fiorito era tutto un mondo di straordinaria bellezza per lei. Porto con me questa sua visione della vita, così piena. Amava dipingere e ricamare, cucinare dolci di cui poi, anche per farci un po’ gola e scherzarci sopra, ci mandava qualche foto. Anche un paio di giorni prima della tragedia ci aveva mandato una foto, ci avevamo anche scherzato sopra. Ogni tanto ci pensiamo a quel giorno e mai mai avremmo potuto pensare ad una tragedia simile». Amava la vita Iris, così mamma Carla l’aveva cresciuta ed educata, così era il suo carattere che l’intuizione materna aveva forse immaginato quando aveva deciso di dare il nome di un fiore.
«Era un’altruista – ne ricorda il carattere Rosana – alla mamma aveva dedicato la sua vita, felicemente, ma era così con tutte le persone che ha incontrato nella sua vita: sul lavoro per le nuove ragazze che arrivavano aveva sempre un sorriso, le aiutava, le metteva a loro agio. Aveva per tutta la sua famiglia attenzioni e amore. In modo semplice, come era lei, ma sincero e profondo».
Nel ricordo di Iris la sua famiglia trascorrerà il triste anniversario del 5 agosto, ma anche nella consapevolezza e gratitudine che una comunità e una città si sono unite a loro nel tentativo di alleviare e condividere la sofferenza. «Anche persone che non conoscevamo ci sono state vicine – rivive quei primi terribili momenti Aldo – abbiamo sentito la città di Rovereto con noi nel momento in cui una tragedia immensa ci ha colpiti e di questo siamo grati. Ci fa piacere che la processione per la patrona dedichi una preghiera alla nostra Iris lunedì, che sarà un giorno difficile per tutti noi». Saranno uniti, come da un anno a questa parte lo sono stati con mamma Carla che accanto a sé conserva le ceneri della figlia. «Dopo quello che è successo ci siamo stretti ancora di più, fra noi e attorno a mia sorella Carla, che non è mai rimasta sola – spiega Aldo – ogni giorni siamo con lei. La vita di tutta la nostra famiglia è cambiata da quel 5 agosto di un anno fa, niente è più come prima. Ma eravamo una bella famiglia e dopo quello che è successo ci siamo uniti ancora di più: non siamo tanti, ma sembriamo tanti per l’aiuto che ci diamo. Noi ci siamo uno per l’altro, anche Iris era così, generosa, presente».
Il processo per la morte di Iris inizierà in autunno, ma i suoi famigliari non vogliono dedicare pensieri all’omicida, oggi, solo al ricordo di Iris e sul percorso giudiziario sono laconici ma decisi: «Attendiamo. Come quando alla finestra attendi che arrivi qualcuno che aspetti a trovarti – dice zia Rosana – con fiducia aspettiamo che ci sia vera giustizia. Speriamo di non rimanere delusi».