ESTERI
martedì 1 Novembre, 2022
Israele al voto, di nuovo. Netanyahu punta al governo con l’ultradestra
di Margherita Montanari
L'impasse politica ha portato i cittadini alle urne 5 volte in quattro anni. I sondaggi danno in testa il partito di centrodestra Likud, ma senza maggioranza

Quinta volta alle urne nell’arco di neanche quattro anni per i cittadini di Israele. Oggi, 1 novembre, nel Paese si vota per eleggere i componenti del Parlamento, la Knesset, e per provare a sbloccare lo stallo che dal 2019 ha portato all’alternarsi di una serie di governi instabili.
Secondo i sondaggi, il partito Likud, di Benjamin Netanyahu – al centro di un procedimento per corruzione e frode – non dovrebbe aver problemi ad arrivare in testa alle altre formazioni. Ma al tempo stesso si profila un nuovo scenario incerto. Va ricordato che per formare una maggioranza servono 61 seggi alla Knesset. E le proiezioni ne assegnano a Likud appena una trentina.
Seggi a cui si sommerebbero i posti ottenuti dagli alleati della conformazione di ultradestra, guidata dagli ultranazionalisti e ultraortodossi Itamar Ben Gvir e Bezalel Smotrich. Proprio il risultato di Potere Ebraico e Sionismo Religioso – al banco di prova dopo l’inattesa conquista di 6 seggi in Parlamento nel 2021 – potrebbe spostare l’ago della bilancia.
Per l’esito delle elezioni sarà determinante anche l’affluenza dell’elettorato arabo, che corrisponde al 20% della popolazione complessiva. Secondo le previsioni, tuttavia, la partecipazione della minoranza potrebbe toccare il minimo storico (39%), addirittura sotto alla soglia più bassa di sempre, del 44,6%, registrata nel 2021. La coalizione centrista trainata dal primo ministro uscente Yair Lapid, con il partito Yesh Atid, è invece data dietro a quella di Netanyahu. “Queste elezioni sono una scelta tra il futuro e il passato”, ha dichiarato Lapid poco dopo aver votato a Tel Aviv.
Se i sondaggi troveranno conferma nell’esito della tornata elettorale, si profilerà l’ennesimo governo instabile. La novità è che si tratterebbe probabilmente del governo più a destra mai formato in Israele.
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