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mercoledì 17 Maggio, 2023

Itas-Lube, il match che vale lo scudetto. Grbić: «Sarà decisiva l’esperienza»

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L’ex palleggiatore della Trentino volley analizza gara 5 che assegnerà il titolo italiano: «Civitanova sorretta dalla ricezione che ha consentito di attaccare bene»
Alcuni giocatori del Trento Volley

Il primo scudetto della storia dell’Itas Trentino, quello della stagione 2007/2008, fu anche il primo per Nikola Grbić, attuale ct della Polonia, arrivato a Trento nel 2007 alla veneranda età di 34 anni. A distanza di 15 anni da quel primo, storico titolo, l’Itas Trentino ha, questa sera, l’occasione per tornare a salire sul tetto d’Italia dopo otto stagioni.
Mister Grbić , si aspettava che Trento e Civitanova arrivassero a gara 5?
«Se c’è una cosa che ho imparato in tanti anni di serie A, è che non c’è nulla di scritto, non puoi prevedere cosa accadrà, è un campionato sempre molto incerto. Per esempio, chi si aspettava che Perugia, dopo una regular season perfetta, uscisse così presto? Chiaro, le aspettative all’inizio erano diverse, ma avendo tanta esperienza le dico che sono sorpreso fino a un certo punto».
Facciamo un passo indietro: che serie è stata fino ad oggi?
«Premetto che non sono riuscito a vedere tutte le partite, ma mi sono comunque informato. Quando arrivi a gara 5 vuol dire che c’è stato grande equilibrio. Civitanova è una squadra che fa dell’adattabilità il suo punto forte. Zaytsev è stato fondamentale, non l’ho mai visto giocare così bene. L’equilibrio dato in ricezione ha permesso alla Lube di essere molto equilibrata anche in attacco. In gara 4 la sua assenza non ha pesato, ma vedremo se peserà invece oggi. Civitanova, comunque, è una squadra giovane che non molla mai, anche perché non arrivi a gara 5 per caso».
E l’Itas?
«Sicuramente avrà il vantaggio di giocare in casa. Poi l’esperienza di Podrascanin e Kaziyski darà una grande mano. Le partite, comunque, cominciano tutte da 0-0 e ho visto tante volte vincere o perdere match in modo rocambolesco. L’importante è godersi lo spettacolo».
Trento e Civitanova hanno vinto le partite in casa. È una questione mentale o soltanto un caso?
«Spesso le partite sono decise da singoli episodi, ma certamente giocare in casa ha influito parecchio. Anche se, a dire il vero, in gara 2 Trento ha avuto la grande occasione per vincere, ma si è fatta recuperare. Alla Blm Group Arena, invece, le partite sono state a senso unico, ma non vuol dire che lo sarà anche questa sera».
Quindi giocare gara 5 in casa sarà un vantaggio o non cambierà nulla?
«Conterà fino a un certo punto. L’aiuto del pubblico è importante, ma per vincere c’è bisogno di giocare bene, non basta il tifo».
Kaziyski è uno dei pochi giocatori dell’Itas ad aver vinto uno scudetto. Potrà trascinare i compagni più giovani?
«Può farlo, ma non per il ruolo in cui gioca, quanto per la sua esperienza e il suo carattere. Lui, come Podrascanin, due grandi esempi per la squadra, in momenti difficili possono essere da guida per i meno esperti. Se i giocatori giovani si guardano intorno e li vedono tranquilli, è probabile che anche loro si tranquillizzeranno».
Con Kaziyski ha giocato nel 2007. Si aspettava fosse così dominante anche a quasi 39 anni?
«Su Matey non c’è bisogno di sprecare troppe parole, fisicamente è sempre stato al top, quindi questo sicuramente lo ha aiutato e si vede, visto che gioca ancora in un certo modo. Non essere più coinvolto in ricezione lo ha liberato da alcune fatiche, ma lui comunque è una macchina, quindi non mi sorprende vederlo fare ancora la differenza».
Chiudiamo con un ricordo, quello del primo scudetto suo e dell’Itas Trentino, nella stagione 2007/2008…
«Avevo 34 anni, tanta esperienza e già 4-5 finali perse in cascina. Insomma, avevo quasi abbandonato l’idea di vincere. Inoltre eravamo una squadra tutta da scoprire, non di certo la favorita. Questa poca aspettativa ci ha dato grande motivazione. Ricordo che dopo aver battuto in semifinale Roma, che aveva speso un sacco di soldi, per la finale ci fu una richiesta incredibile di biglietti. Aver vinto il primo scudetto, con Trento, in quel palazzetto strapieno, è stata un’emozione incredibile. È stata una festa per tutta la città».