il caso

martedì 18 Luglio, 2023

Iter di conversione bloccato: in Trentino oltre 600 cittadini marocchini rimasti senza patente

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I documenti di guida biometrici emessi dal Marocco dal 2019 non rientrano nell'accordo di reciprocità con l'Italia. Fatih (Atlas): «Serve un aggiornamento al più presto»

Arriva disperato l’ennesimo appello del presidente dell’associazione Atlas di Trento Houcine Fatih che chiede lo sblocco immediato della pratica di conversione delle patenti marocchine, ormai ferma dal 2019. Per meglio comprendere la situazione, bisogna fare un salto indietro nella storia, a quando, nel lontano 1991, venne stipulato l’accordo di reciprocità tra Italia e Marocco che prevede l’immediata conversione delle patenti di guida ai cittadini stranieri regolarmente residenti sul suolo italiano. Questo perché, la legislazione italiana permette ai cittadini extra-ue di guidare con la patente del paese d’origine per un periodo massimo di un anno dall’acquisizione della residenza in Italia. Scaduto questo termine, il cittadino straniero deve provvedere al conseguimento della patente di guida italiana o alla conversione della patente straniera, laddove vige un accordo di reciprocità, come nel caso, per l’appunto, del Marocco. Da quasi quattro anni, però, più di seicento cittadini marocchini regolarmente residenti in Trentino, vedono venirsi rifiutata la domanda di conversione del proprio documento di guida dalla motorizzazione di Trento. «Questi accordi – spiega Carlo Raspadori, responsabile dell’ufficio patenti – riportano una serie di modelli che possono essere convertiti. Nel caso specifico, il Marocco dal 2019 emette un nuovo modello, quello biometrico, che non è previsto dall’accordo in vigore». In poche parole, la questione è una: l’accordo tra Italia e Marocco deve essere aggiornato e ad occuparsene dovrebbe essere il ministero di competenza. «Per assurdo- continua Raspadori- si possono convertire le patenti di dieci anni fa ma non quelle più recenti». Al momento, quindi, la motorizzazione di Trento ha le mani legate e la domanda di conversione non viene nemmeno presa in carico, «visti i costi previsti dalla pratica – spiega Raspadori- preferiamo non inserire nuove richieste senza avere la certezza che l’accordo sia stato aggiornato». Oltre all’incognita dell’attesa che ormai ha consumato la comunità marocchina non solo del Trentino ma anche di tutta Italia, i problemi legati alla mancata ricezione di una patente valida per guidare in Italia sono molteplici. Fra questi, il primo è l’impossibilità di spostarsi con un mezzo privato, cosa che diventa problematica quando si tratta di recarsi sul luogo di lavoro, che non sempre è dietro l’angolo. Secondo, preclude molte possibilità di trovare un impiego soprattutto in un periodo storico in cui il settore dei trasporti privati e pubblici è in affanno, «a causa della carenza di conducenti di mezzi su gomma» come confermato da Andrea Gottardi al T a febbraio scorso. Terzo problema, ma non per importanza, è la scadenza dei termini entro i quali il cittadino marocchino può e deve presentare richiesta di conversione della patente. Infatti, bisogna essere residenti in Italia da meno di quattro anni al momento della presentazione della domanda altrimenti non resta altro che rifare l’esame integralmente in lingua italiana. «Questo significa – sottolinea Fetih – che coloro che sono in Trentino dal 2019 non soddisfano più questo requisito e non potranno più convertire il loro documento di guida», ma non per una loro mancanza. A poco sono servite le e-mail inviate alla motorizzazione, all’attenzione del ministero degli esteri, le mobilitazioni della comunità marocchina in tutta Italia che prevede di organizzare una manifestazione davanti all’Ambasciata del Marocco a Roma. Il dirigente del commissariato del governo di Trento Vincenzo Russo si dice estraneo ai fatti ed è «un problema di cui vengono a conoscenza solo ora» ma si lascia a una congettura che riguarda il dilatamento dei tempi per modificare l’ accordo che dovrebbe semplicemente andare ad aggiungere il nuovo modello di patente biometrica nella lista di documenti di giuda convertibili in Italia: «Probabilmente – afferma- è un iter che deve interessare le parti diplomatiche di entrambi gli stati, quindi, una procedura piuttosto complessa». Houcine Fatih conclude ricordando che «questo ritardo ha causato danni non solo morali ma anche economici per molte persone che non hanno potuto convertire le loro patenti e che ora rischiano di perdere il lavoro. Siamo la terza cittadinanza più popolosa del Trentino e dell’Italia, chiediamo una soluzione tempestiva a questa situazione al fine di evitare danni maggiori alle persone coinvolte».