politica

giovedì 22 Agosto, 2024

Ius scholae, sale la tensione tra Lega e Forza Italia. Tajani: «Per essere italiano non servono sette generazioni»

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Continue stoccate e frecciatine tra i due leader, Salvini si appella alle parole di Berlusconi: «Il ciclo scolastico non basta. Serve un esame»
Lo ius scholae divide i partiti della maggioranza di governo ed è uno scambio di frecciatine continuo tra il leader della Lega e quello Forza Italia. Se da un lato il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani punterebbe a una riforma sulla cittadinanza dall’altra Matteo Salvini ha categoricamente espresso la sua contrarietà a ogni modifica che riguarda la legge del 1992, lasciando tutto così com’è.

«Sullo Ius Scholae dico che bisogna andare avanti non perché sono un pericoloso lassista che vuole aprire le frontiere a cani e porci ma perché la realtà italiana è questa e dobbiamo pensare a quello che sono gli italiani oggi» ha dichiarato Tajani nel corso del suo intervento al Meeting di Rimini. «Io insisto sulla formazione e sulla cultura – ha continuato – perché se tu accetti di essere europeo e italiano nella sostanza non lo sei perché hai la pelle bianca, gialla, rossa o verde ma perché dentro di te vivi quei valori e hai quell’anima europea. Se poi i tuoi genitori sono nati a Kiev, a La Paz o a Dakar è la stessa identica cosa».

E ha concluso: «Io preferisco uno che hai i genitori stranieri e canta l’Inno di Mameli a uno che è italiano da sette generazioni e non canta l’inno. Chi è più patriota dei due?»

Dall’altra parte Salvini si appella alle parole dell’ex leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi con un post su Instaram che riporta laconicamente: «Ius Soli e Ius Scholae? No, grazie». Allo stesso post è collegata un’intervista nel salotto di Fabio Fazio, in cui il fondatore di Forza Italia, Silvio Berlusconi, diceva: «Non bastano questi dati di frequentazione di un ciclo scolastico, di sapere l’italiano, occorre che questo ragazzo sia sottoposto a un esame. Alcune di queste persone che abbiamo avuto modo di conoscere ancora vogliono la donna segregata e velata, odiano i cristiani, odiano gli ebrei, odiano la civiltà occidentale, odiano lo Stato italiano. Non si può dare a loro la cittadinanza italiana soltanto perché hanno frequentato una scuola, ma sono nella loro famiglia rimasti quelli che erano. E, per esempio, hanno parole di comprensione per il terrorismo. Non è possibile», concludeva il Cavaliere.