La questione
sabato 31 Agosto, 2024
di Massimo Furlani
Un parco-zoo per condannare gli orsi alla prigionia. È così che Marco Ianes ed Ornella Dorigatti, fondatori dell’associazione animalista Bearsandothers, definiscono l’ Alternativer Bärenpark Schwarzwald, il parco zoologico tedesco nella Foresta Nera che ospiterà JJ4, l’orsa responsabile dell’uccisione di Andrea Papi ad aprile 2023. E continua Ianes: «Abbattere un animale è una delle cose peggiori che possa succedere, ma piuttosto che vederli in un parco zoo lo farei». Ieri mattina (venerdì 30 agosto ndr), davanti al palazzo della Provincia di piazza Dante, i due attivisti hanno organizzato un sit-in per raccontare quello che hanno visto durante il loro sopralluogo nella struttura destinata ad ospitare il plantigrado, documentato anche in un video diffuso sui social: «Siamo andati in Germania a visitare questo famoso “rifugio” per orsi, come viene definito da coloro che spingono per il trasferimento – spiega Ianes – Un viaggio di quasi 600 chilometri, che già sarebbe una sofferenza enorme per un animale selvatico abituato a vivere in libertà. La prima cosa che abbiamo notato è un grande parcheggio da 200 posti, e un ingresso chiuso con un cancelletto alto appena un metro. Questo per evidenziare che, rispetto alle condizioni di sicurezza militare del Casteller, sarebbe estremamente facile infiltrarsi di soppiatto. Il costo per entrare è di dodici euro a persona». All’interno, prosegue il racconto, un anello collega i recinti per gli orsi con quelli per i lupi: «Le recinzioni sono alte quattro metri, con apposite finestre ai lati per infilare cellulari e fotografare gli animali esposti – continua l’ex consigliere comunale – Dietro queste sbarre si trova inoltre un secondo recinto elettrificato: è qui che ci si rende conto di stare come allo zoo. Gli animali stanno lontani dalle recinzioni, al massimo ci guardano sconsolati. Qui ci sono anche altri due orse sottratte alla libertà per aver predato qualche capo di bestiame: parlando con il personale, ci hanno raccontato che una di loro ha trascorso i suoi primi cinque anni di reclusione cercando ogni modo per scappare, ed oggi è rarissimo vederla perché rimane tutto il tempo nella boscaglia ed esce solo la sera, dopo la chiusura, a prendersi il cibo. L’altra, invece, continua a girare in tondo, ha quasi scavato un solco nel terreno con i suoi passi». È ancora in costruzione, invece, il recinto in cui dovrebbe essere trasferita a breve JJ4: «I lavori di realizzazione sono circa a metà strada – spiega Ianes – Ci hanno detto che costeranno circa un milione di euro: noi ci chiediamo se la Provincia abbia finanziato o finanzierà quest’opera con soldi pubblici, quindi anche nostri, perché vorremmo ricordare che pure noi avevamo proposto la costruzione di quattro areali qui in Trentino, investendo in progetti locali pensati per gestire gli orsi, che avrebbero avuto accesso a fondi europei per la loro realizzazione». Quindi, l’affondo di Dorigatti nei confronti di Fugatti e della giunta provinciale: «Chi ci accusa di essere solo interessati alla vita degli animali non conosce quello che facciamo nelle nostre attività, come l’aiutare le persone che hanno animali e non riescono a gestirli per problemi economici o di salute – dichiara l’attivista – Campi in cui le istituzioni latitano e non aiutano. Questa provincia non merita di essere governata da personaggi come Fugatti, Failoni o Zanotelli che non sanno far altro che incutere terrore e odio verso la fauna selvatica e stanno rendendo le nostre montagne un enorme luna park, con invasioni spropositate di turisti. Continueremo a dare battaglia legale fino all’ultimo respiro, contro questa politica scandalosa, che rimane in silenzio sul fenomeno del bracconaggio giustificandolo e assecondandolo tacitamente». Infine, un appello anche agli altri gruppi impegnati sul fronte animalista: «Non capiamo come si possa realmente pensare che questi animali qui stiano bene – conclude Ianes – Il nostro scopo come associazioni è quello di impedire che animali selvatici finiscano in questi zoo, strutture che servono solo a togliere gli orsi dai riflettori del Trentino e sbatterli nell’oblio del nulla, di una prigione a vita».