Il medico consiglia
mercoledì 19 Aprile, 2023
di Enrico Barozzi*
Con il termine «broncopneumopatia cronica ostruttiva» si indicano alcune condizioni morbose strettamente correlate che racchiudono la bronchite cronica, l’enfisema polmonare, l’asma bronchiale cronico, le bronchiectasie, le broncopneumopatie post-tubercolari. La bronchite cronica è definita dalla presenza di tosse e ipersecrezione bronchiale (non dovute ad altre cause) presenti per un periodo prolungato di tempo, pressoché costantemente per due anni consecutivi. L’enfisema polmonare è una condizione anatomica (con conseguenze funzionali e cliniche) caratterizzata da anomalo e persistente allargamento delle vie aeree periferiche (bronchioli) accompagnato da distruzione della loro parete.
La combinazione delle due condizioni morbose rappresenta l’entità clinica-funzionale nota come Bpco (broncopneumopatia cronica ostruttiva) su cui confluiscono anche le altre patologie citate sopra.
Secondo l’Oms la Bpco diventerà tra pochi anni la terza causa di morte nel mondo, dopo le malattie cardio-vascolari e le neoplasie. È, quindi, importante conoscerla e soprattutto non sottovalutarla essendo la patologia respiratoria più diffusa nei Paesi industrializzati. Il fattore di rischio più elevato per lo svilupparsi della malattia respiratoria cronica, oltre all’inquinamento atmosferico e nell’ambiente di lavoro, è il fumo di sigaretta. Altri fattori favorenti sono le ricorrenti infezioni bronco-polmonari, il basso livello socio-economico, alcuni fattori genetici come il deficit di alfa-1-anti-tripsina (enzima protettivo, inibitore delle proteinasi batteriche).
I sintomi descritti dai pazienti affetti da Bpco possono essere semplificati in tosse ricorrente, espettorazione mucosa o muco-purulenta, difficoltà di respiro (dispnea) durante le normali attività della vita quotidiana. Alla visita medica potranno essere rilevati all’auscultazione del torace rumori bronchiali che orienteranno verso la diagnosi di ostruzione bronchiale. Nelle forme avanzate di Bpco potranno essere associati disturbi del sonno, sintomi cardiaci (per sovraccarico delle sezioni destre del cuore con sviluppo di ipertensione arteriosa polmonare e scompenso cardiaco) e insufficienza respiratoria.
È, quindi, fondamentale considerare le procedure diagnostiche che possono condurre ad una precisa stadiazione della Bpco. Tra gli esami strumentali la radiografia del torace riveste ancora una certa importanza orientando verso una forma di bronchite cronica o una forma di enfisema. Un’ulteriore precisazione può essere fornita dalla Tac (tomografia computerizzata) soprattutto per quantificare il grado di enfisema.
Lo studio funzionale con l’esame spirometrico è strategico nella stadiazione della Bpco permettendo di classificare la malattia in stadi (dal primo al quarto, in ordine crescente di gravità) e successivamente graduando l’impegno terapeutico. La spirometria è un esame semplice, poco costoso, non invasivo e permette di valutare il danno del paziente, seguirne l’evoluzione, valutare l’efficacia della terapia.
La terapia della Bpco deve iniziare da un semplice consiglio: non fumare! Smettere di fumare porta sempre benefici, indipendentemente dagli anni di fumo e dalla quantità di sigarette fumate. E va sconsigliato anche il ricorso alla sigaretta elettronica di cui non conosciamo ancora pienamente i danni provocati a medio e lungo termine. Importante è inoltre insistere sulla prevenzione anti-infettiva raccomandando la vaccinazione anti-influenzale stagionale e la vaccinazione anti-pneumococcica. Analogo discorso per il ciclo vaccinale anti-Covid.
I farmaci a disposizione per la terapia della Bpco sono principalmente i farmaci inalatori e cioè i broncodilatatori (beta-2-stimolanti e anti-muscarinici) dei quali abbiamo a disposizione numerose molecole e combinazioni (in associazione con cortisonici). Un accenno va fatto all’aspetto nutrizionale integrando adeguatamente la dieta nelle forme avanzate di Bpco che comportano una perdita di massa muscolare. Nelle forme avanzate di Bpco complicate da insufficienza respiratoria fondamentale è l’ossigeno-terapia a lungo termine (con apparecchi che forniscono ossigeno sia in ambiente domestico che «portatili» per poter conservare una certa autonomia motoria).
Ultima ma non meno importante considerazione va riservata alla riabilitazione respiratoria con programmi di recupero dell’attività muscolare scheletrica, il ri-allenamento allo sforzo, la terapia occupazionale, la fisioterapia per favorire la disostruzione bronchiale.
La Bpco, concludendo, è una patologia complessa, spesso difficile da gestire e non sempre semplice da diagnosticare correttamente. Richiede impegno da parte del medico di Famiglia, dello specialista e soprattutto del paziente.
* Specialista in Malattie dell’apparato respiratorio e in Medicina Interna