la storia
martedì 3 Gennaio, 2023
di Daniele Benfanti
La cannabis made in Trentino potrebbe presto essere venduta nelle farmacie di tutta Italia, naturalmente nella piena legalità. Producono canapa light legale da alcuni anni, nei laboratori di Mattarello e Mezzolombardo.
Sono quattro ragazzi di Mattarello: Andrea Calliari, tecnico informatico, suo fratello Marco, Matteo Dalsass e Daniele Mariotti. Oggi, poco più che trentenni, alla fine del decennio scorso hanno iniziato un percorso imprenditoriale accompagnati da Hit, Hub innovazione Trentino, e supportati da alcuni bandi di Trentino Sviluppo. Si sono specializzati nella produzione di canapa legale, ad uso collezionistico ma ora anche terapeutico. Producono e distribuiscono anche sistemi di produzione idroponici (fuori terra). L’azienda, che si chiama Dolomiti Grow (dal verbo inglese che significa «crescere»), fornisce anche consulenza e tecnologie per l’agricoltura di precisione e indoor (al coperto), fornendo infiorescenze e sistemi per la coltivazione tramite speciali lampade.
Per quanto riguarda la canapa, si tratta di piante di cannabis con principio attivo di cbd (il cannabinoide leggero) inferiore allo 0,3%, come prescritto dalle normative europee. Spirito d’iniziativa, coraggio e conoscenza di un settore ancora in mezzo al guado delle incertezze normative (leggi piuttosto fumose) non mancano ai quattro giovani imprenditori.
L’ultima sfida a novembre scorso, con la partecipazione al bando del ministero della Difesa per la produzione su vasta scala di cannabis medica. Quella, per capirci, che si potrà comprare nelle farmacie in preparati galenici (infusi, fiori sbriciolati per vaporizzatori) per la terapia del dolore, di particolari patologie, glaucomi, problemi di pressione arteriosa. Finora la produzione italiana di cannabis terapeutica (con un tasso di thc, il principio attivo: tetraidrocannabinolo, tra il 10 e il 22%) era riservata allo stabilimento farmaceutico del Ministero della Difesa a Firenze, che produce 130 kg l’anno, integrati con cannabis d’importazione. In Italia si stima un fabbisogno, in campo medico-farmaceutico, di una tonnellata e mezza, circa, l’anno. Da qui il bando. Cui hanno aderito 44 aziende, tra le quali la trentina Dolomiti Grow. Che ha passato la prima severa scrematura, che ha ridotto gli aspiranti fornitori a 11. In questa fase Dolomiti Grow attende la visita in azienda di una commissione tecnica (composta da membri dei ministeri e dell’Aifa, l’agenzia nazionale del farmaco) e se tutto andrà bene, poi, la vera e propria prova di coltivazione.
L’autorizzazione del Ministero della Salute, infine, arriverà per massimo cinque fornitori, che saranno autorizzati a produrre mezza tonnellata di cannabis medica ciascuno all’anno.
«I parametri di qualità, sicurezza, igiene richiesti – spiega Andrea Calliari, co-fondatore di Dolomiti Grow – sono elevatissimi. Per questo, per partecipare al bando, abbiamo costituito un raggruppamento d’imprese coinvolgendo anche istituti di ricerca. La Fondazione Mach ci supporta nell’analisi dell’acqua, contro patogeni e alghe, il DrLab dell’Università di Trento segue processi e standard da rispettare, la società Comedical di aspetti chimici, la cooperativa sociale Le Coste ci mette a disposizione la manodopera per rendere gli ambienti sterili e per seguire la coltivazione delle piantine». Tra un paio di mesi il responso.
Ma cosa accadrà in caso di approvazione della richiesta? Se Dolomiti Grow riceverà il via libera dal Ministero della Salute, sarà detentrice di una licenza produttiva di cannabis medica valida due anni. Facendo del Trentino la prima o una delle prime realtà che producono cannabis medica reperibile in farmacia dopo lo stabilimento di Stato.