L'allarme

domenica 3 Marzo, 2024

La denuncia di ristoratori, baristi e camerieri: «Di sera non siamo sicuri»

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Aumento dei rischi a fine lavoro. Pochi giorni fa il cuoco del Milli aggredito con le mazze da uomini incappucciati. L'ultimo episodio ai danni di Federico Rigotti, del locale Ca’ dei Gobj

Trento è una città sicura? È una domanda che in questi ultimi giorni si stanno ponendo in tanti. Tra verità ed esagerazione c’è un filo sottilissimo, che, a volte, rischia di essere superato con troppa facilità. Qualche domanda sui cambiamenti che stanno avvenendo in questi ultimi anni nel capoluogo Trentino però è lecito farla.
Nonostante l’ottimo piazzamento di Trento tra le città più sicure di Italia, dopo le aggressioni al tabacchino di San Donà e a Federico Rigotti (nella foto), titolare del ristorante Ca’ dei Gobj, cresce la preoccupazione tra i cittadini, e non solo.


«Io pochi giorni fa sono uscito dal lavoro il 14 sera, verso le undici e trenta, e, qui davanti, ho subito un’aggressione da parte di due/tre uomini armati con delle mazze», commenta Domenico, cuoco del ristorante Milli Eats&Drink in via del Suffragio a Trento. Una situazione che sembra peggiorare sempre di più. «Sono qui da tre anni. Quando sono arrivato Trento era una città molto più tranquilla -commenta Domenico- Dopo l’aggressione sono finito in ospedale».
Non sembra quindi essere un caso isolato quello del proprietario del ristorante Ca’ dei Gobj, ma sembra essere diventata una situazione difficile per la maggior parte dei lavoratori di bar e di ristoranti.
«Questa città sta cambiando velocemente. Ci sono delle dinamiche di scelte fatte sulla città che la condizionano parecchio, perché comunque i problemi li abbiamo più in centro che in periferia», commenta Walter Botto (nella foto) titolare del Caffè Tridente e del Bar Pasi, rispettivamente in piazza Duomo e in piazza Pasi.


Problemi che secondo il titolare dei due Caffè rischiano di condizionare in modo importante il turismo che si sta sviluppando nel capoluogo Trentino. «Questa amministrazione, e il sindaco in prima persona, stanno facendo un lavoro egregio -commenta Botto- Il tutto però è il frutto del voltarsi dall’altra parte nei tanti anni passati».

I commercianti, infatti, come spiega lo stesso titolare del bar Pasi, hanno continuamente sottolineato i problemi che attanagliavano il centro storico, ed ora la situazione rischia di andare verso una pericolosa deriva. «Non ci si può basare solo sui dati, la città è cambiata, ci sono delle dinamiche differenti, magari certe scelte sull’accoglienza vanno fatte in zone di periferia -spiega Botto- Se vogliamo essere una città turistica, con un centro curato e sereno, vanno fatte delle scelte sulle strutture».
Un occhio anche al turismo che può essere un motore per l’economia di Trento, e che rischia di essere condizionato da questa nuova percezione. «Noi abbiamo investito sul turismo, non basta più il commerciale o il lavoro di rione. Oggi i costi di esercizio sono altissimi». Un senso di insicurezza riconosciuto che non si riesce a placare, non c’è più tutta la tranquillità di una volta, non è detto che una città vuota sia sinonimo di sicurezza, anzi le vie buie lasciate a sé stesse durante la notte possono fare ancora più paura.
«Molti colleghi hanno deciso di chiudere prima, c’è qualche bar che chiude già alle 23». Trento non è certo paragonabile alle grandi città italiane, però non ci si può neanche permettere di chiudere un occhio sulle denunce di chi sul territorio del capoluogo lavora in prima persona. Certo i pareri non sono tutti uguali, non tutti i ristoratori sono dello stesso avviso. «Trento è una città che sta cambiando come tutte le cose, ma io mi sento ancora sicura a girare per la mia città- commenta Roberta Antoniolli titolare del ristorante al Vo, in vicolo del Vo- Non credo che stia cambiando in peggio».
Un cambiamento fisiologico, una sorta di aggiornamento, che non starebbe però inficiando né la vita della città, né la sicurezza dei suoi cittadini. Percezioni diverse e diversi pensieri, quelli che ruotano intorno alla vita del centro storico di Trento.
Sorge spontaneo chiedersi quindi se i casi degli ultimi mesi siano una semplice casualità o siano frutto di un cambiamento sociologico che rischia di peggiorare sempre di più? Per ora non si può dire, certo dopo la richiesta d’intervento dell’esercito fatta dall’amministrazione comunale, la sensazione è quella che sicuramente qualcosa nella “tranquilla” città di montagna stia cambiando.