Opinioni
lunedì 3 Marzo, 2025
La doppia violenza contro la poliziotta ferita
di Ubaldo Cordellini
L'editoriale di Ubaldo Cordellini sull'aggressione transfobica
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Sgomberiamo il campo da chi dice che la poliziotta si è inventata tutto, che è stata la prima ad aggredire i tre che poi l’hanno picchiata, che i quattro fino a pochi minuti prima ridevano e chiacchieravano tranquillamente nel locale di via Sanseverino in cui si trovavano. Tutte affermazioni che mirano a minare la credibilità di una donna che intanto è l’unica che ha riportato una prognosi piuttosto seria all’ospedale e che è stata ferita in maniera consistente. Tutto il resto sono chiacchiere piuttosto vigliacche, quasi come chi si è messo ad aggredire una donna in tre contro una.
Hanno detto che non c’era nessuna offesa transfobica o omofobica. La stessa vittima non ricorda bene cosa le hanno detto, ma ricorda che è stata insultata e anche che ha ricevuto una spallata pesante. Il gesto che ha fatto partire la reazione della donna. Uno schiaffo che ha scatenato la reazione violenta dei tre ultras del Trento. E il fatto che i tre fossero tifosi di una squadra di calcio è ancora più preoccupante perché racconta molto dell’ambiente in cui queste persone si muovono. Una ricostruzione che la stessa poliziotta ha fatto nella sua querela e ha anche ribadito a tutti quelli che hanno sentito la sua campana. Le incertezze e qualche non ricordo non può certo cancellare le basi, ovvero le ferite e le immagini, ma chi è abituato a leggere la realtà con le sue lenti a questo non fa caso. Preferisce dare ricostruzioni basate sul pregiudizio. La donna ha torto per il solo fatto che è in transizione e, quindi, viene giudicata instabile. Insulti che meriterebbero qualche bella querela, che probabilmente non tarderà, ma soprattutto una profonda riflessione su quello che siamo diventati. L’aggressione è maturata nel mondo degli ultras, di quelli che dovrebbero essere gli amanti del calcio, ma che da ormai troppi anni sono soprattutto amanti della violenza. Esplodono in un secondo contro chi è diverso, anche per il solo fatto che la pensa diversamente da loro. E la poliziotta era la vittima ideale. Ai loro occhi diversa perché ha scelto di essere donna e diversa perché porta la divisa. Avranno anche bevuto insieme per tutta la sera, ma mica questo è bastato a proteggerla. Alla minima incomprensione se la sono presa con lei e l’hanno anche ricoperta di insulti ed epiteti vari.
L’omotransfobia sta tutta in questo. Tre uomini grandi e grossi che se la prendono con una donna anche per un nonnulla.
Un’ingiustizia da qualunque lato la si guardi. E ancora peggio hanno fatto tutti quelli che hanno messo in dubbio il racconto della donna. Così l’hanno picchiata un’altra volta. Così hanno dimostrato che la legge del prepotente e vigliacco varrà sempre, che chi picchia troverà sempre un debole pronto a scodinzolargli dietro. Per fortuna ci ha pensato la polizia ristabilendo le basi. La donna non si è ferita da sola, come qualcuno era arrivato a ipotizzare tra un epiteto e l’altro, ma è stata presa a sgabellate. E questo non è un comportamento normale a meno che non vogliamo rinunciare a definirci umani.
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