L'intervista
mercoledì 20 Marzo, 2024
di Adele Oriana Orlando
Tenace e determinata, a tre mesi dal terribile incidente che l’ha obbligata a fermarsi, Alice Russolo, la fotografa professionista trentina che opera principalmente nel mondo outdoor, affida ai social la sua storia, trasmettendo tutta la forza che ha dovuto tirare fuori per riniziare a camminare. «Oggi sono tre mesi dall’incidente — il messaggio Facebook — Scrivo questo post dalla Norvegia, mentre gli altri sono a sciare. Devo già essere felice di essere qui, lo so. Ma ho comunque un forte magone nel cuore e tanto desiderio negli occhi per non poter fare ciò che mi piace. Passione e lavoro. Sono la stessa cosa».
A fermare la dinamica Alice è stato un incidente sul lavoro verificatosi il 18 dicembre 2023 mentre si trovava su una pista in Alta Badia. «Il ragazzo con cui stavo scattando è caduto, ha fatto un interno, mi ha centrata e con la lamina dei suoi sci mi ha aperto tutta la gamba, fino al femore, che mi sono vista — ricorda — Tagliato longitudinalmente tutto il vasto mediale, tranciato il collaterale laterale, rotta la testa del perone e ahimè, cosa più grave, tranciato anche il nervo sciatico popliteo esterno. Ci ho guadagno una cicatrice di 47 centimetri e una di 8, un’ustione di secondo grado tra le due, più una vite e un perno». Chiamati i soccorsi, Alice è stata affidata all’equipe d’emergenza volata con l’elicottero sul punto dell’incidente ed è stata trasferita d’urgenza in ospedale dove è stata operata. «Ad oggi — rivela ancora — è stato un viaggio con svariati alti ma anche tanti bassi. Momenti di estrema positività e momenti di più o meno contenuta nostalgia dove avrei spaccato tutto. Chi mi conosce lo sa, di determinazione ne ho tanta, di pazienza un po’ meno». È stata proprio quella determinazione, insieme al lavoro dei professionisti, a rimettere in piedi Alice Russolo che oggi si racconta con una nuova consapevolezza. «Dicono che tutto serve, e se c’è una cosa che ho capito, anche se pensavo di saperlo già, è che la mia vita mi piace un casino e non vedo l’ora di riprendermela tutta, non dando per scontato nulla» riflette. La riabilitazione della fotografa trentina prosegue: il suo ginocchio si sta riprendendo, il muscolo sta ricrescendo, un po’ più di tempo servirà invece al nervo per risvegliarsi completamente. Sicuramente, quest’avventura si è riempita dell’affetto di tutte le persone che hanno circondato Alice, dimostrandole presenza e sostegno, chi da lontano grazie alla tecnologia e chi da vicino, come sua sorella Caterina che con il marito Michele Ciurletti l’hanno aiutata nella quotidianità. «Ogni messaggio mi ha regalato un sorriso e all’inizio ne ho avuto davvero bisogno» scrive ancora. E poi «Ludimila mani magiche, che si è presa cura della mia pelle bruciata come fosse la sua, tra un massaggio, un abbraccio ossitocinico e l’altro. Matte, che ogni settimana controllava la ferita e si sentiva tutte le mie (per fortuna sembrerebbero valide) teorie curative con la magica pianta di aloe. Rudi, che si è preso a cuore la fisioterapia della mia gamba nonché quella della mia mente, subendo (e continuerà a subirsele ancora per un po’), tutte le mie continue richieste di quando potrò tornare “a fare cose”. Leo, che nonostante di solito sia abituato a lavorare con quadricipiti di altro spessore e non da cicogna come il mio, mi ha fatto un programma d’allenamento bomba e ora la gamba buona ha più muscolo di prima, e l’altra la seguirà presto! Ile, che tra un crick crack cronck ogni volta mi rimette in bolla perfetta. E ancora gli amici, Franz e Chiara, ai cappellini e alle passeggiate. La mia amica Debba, che si è fatta cognholliwood-pinzholliwood (Cognola-Pinzolo ndr) come se fossero 5 minuti. E tanti altri. Pandori, limoni, formaggi, gnocchi, straccetti di soia, cene e risate condivise. Dulcis in fundo, il mio Marco, per il solo fatto di essere al mio fianco, sempre. In questo periodo non in cima a qualche montagna ma sul divano di casa». A breve, con tutte le accortezze del caso, Alice tornerà a fare quello che chiama «il lavoro più bello del mondo» dove ferma il tempo e le emozioni in un’immagine. La strada da fare, come dice lei stessa, «è ancora lunga, ma ci sto già camminando sopra».
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