Scuola
domenica 8 Gennaio, 2023
di Tommaso Di Giannantonio
Trentacinque anni fa in Trentino quasi tutti aderivano all’insegnamento della religione cattolica (Irc), alla cosiddetta «ora di religione». Per la precisione il 97,7 per cento degli alunni. Erano poco più di mille gli studenti che uscivano dalla classe quando entrava l’insegnante di religione. Ma rispetto ad allora il mondo è cambiato: le ideologie sono state messe nel cassetto, il disincanto rispetto agli schemi religiosi si è accentuato, il fenomeno delle migrazioni si è ampliato e la globalizzazione ha scardinato sempre di più il rapporto tra cultura e territorio. Morale della favola: oggi in Trentino in 13.648 non seguono l’ora di religione, ossia un alunno su 5. La quota di iscritti è dell’80,2 per cento (compresa la formazione professionale). Incide (ma non è appunto l’unico fattore) l’evoluzione multiculturale della scuola: più di uno studente su 10 è nato da genitori non italiani e tra questi (8.177 alunni) oltre la metà salta l’ora di religione. L’astensione più elevata, in generale, si registra all’Istituto di istruzione «don Milani» di Rovereto.
Alle scuole superiori il picco dei «no»
In Italia l’ora di religione (cattolica) fu introdotta e resa obbligatoria a seguito del Concordato tra lo Stato e la Chiesa del 1929: i Patti lateranensi sottoscritti sotto il regime fascista. Dopo la revisione del Concordato del 1984 le cose cambiarono: il cattolicesimo non era più religione di Stato. Dall’anno scolastico 1986/87 l’ora di religione diventa facoltativa. All’epoca in Trentino il 97,7 per cento degli alunni seguiva l’ora di religione. E la differenza tra le scuole elementari e le superiori era minima. Un trend destinato a mutare, come si vede nel report statistico Irc 2020/21 del Dipartimento istruzione della Provincia.
Anno dopo anno gli iscritti sono scesi in media di mezzo punto percentuale. Oggi l’81,2 per cento degli alunni (esclusa la formazione professionale) si avvale dell’insegnamento della religione cattolica. E la forbice tra le scuole elementari e le superiori si è allargata: tra i bambini il tasso di iscrizione si attesta all’85,2 per cento, mentre tra gli adolescenti scende al 74,9 per cento. Alle scuole medie gli alunni che aderiscono, che dicono «sì», sono l’82,8 per cento del totale.
Una scuola sempre più multiculturale
L’incremento dell’astensione si spiega sicuramente anche con l’aumento della popolazione straniera, che spesso (non sempre) sposa confessioni religiose diverse da quella cattolica. Oggi in Trentino il 12 per cento degli studenti è nato da genitori non italiani. In totale sono oltre ottomila gli alunni «stranieri». Di questi circa il 60 per cento non aderisce all’insegnamento della religione cattolica.
Le alternative: uno su 5 esce da scuola
In alternativa all’ora di religione, cosa fanno gli studenti che dicono di «no»? In totale sono 13.648 alunni: ecco, in 5.042 (il 36 per cento) scelgono l’opzione «attività di studio e/o ricerca individuale»; in 3.403 (il 24 per cento) seguono le attività didattiche e formative individuate dalle singole scuole; in 2.013 (il 21 per cento) scelgono di uscire da scuola; infine in 2.013 (il 14 per cento) si avvalgono dell’opportunità di svolgere una «libera attività di studio e/o ricerca individuale». Resta fuori una piccola quota (287 studenti) che non comunica la scelta. Anche in questo caso le scuole superiori si distinguono: se alle elementari e alle medie prevalgono le attività di studio, alle superiori la maggior parte degli studenti (il 49 per cento) decide di uscire da scuola durante l’ora di religione.
Dove si registra l’astensione più alta
Tra le scuole superiori l’istituto «don Milani» di Rovereto è quello con il più alto tasso di astensione: solo il 57,2 per cento degli alunni si avvale dell’insegnamento. Alle medie è l’Istituto scolastico Trento 5 (il 65 per cento dice di sì), mentre alle elementari è l’Istituto scolastico Rovereto est (il 70,3 per cento sceglie di iscriversi).