Sanità
martedì 7 Maggio, 2024
La grande fuga dei medici trentini: in 100 lavorano stabilmente all’estero
di Davide Orsato
Tra le mete più gettonate la Germania, il Regno Unito e la Svizzera. Ma c’è anche la Francia e la Spagna con Barcellona

L’ultimo ha chiesto la cancellazione solo poche settimane fa: trent’anni appena compiuti, una carriera davanti che svolgerà in un altro Paese, la Svizzera. Il Trentino non è esente dalla «grande fuga» dei medici all’estero, anzi, per certi versi lo è di più di altre territori italiani. I dati della Federazione nazionale degli ordini dei medici, dei chirurghi e degli odontoiatri parlano chiaro: nel corso dell’anno 2023 sono stati 150 i medici del Trentino Alto Adige (dunque delle province di Trento e di Bolzano) a lavorare stabilmente all’estero. Specialisti formati in Italia, i cui lunghi anni di studio sono stati retribuiti anche con le tasse della collettività (oltre che dalle loro spese personali) e che ora hanno trovato una migliore collocazione (per stipendi, per prospettive, per qualità della vita) all’estero. Qualcuno di loro è diventato direttore di clinica in Germania, qualcun altre è primario di pronto soccorso in una città della Confederazione Elvetica, qualcun altro ancora lavora nel principale ospedale di Barcellona. La lista potrebbe continuare a lungo con un limite: si parlerebbe del presente. Quel che conta, però, è il futuro ed è qui che la Federazione degli ordini lancia l’allarme. Per il 2024 la stima è di ventimila medici trapiantati all’estero. E il Trentino Alto Adige potrebbe vedere l’«emorragia» crescere ancora, da 150 fino a 200. Se rapportata al resto del Nord, fatta la tara sulla popolazione: l’emigrazione trentino-altoatesina fa lasciare 139 medici ogni milione di abitanti. In Veneto e Lombardia sono di più (circa seicento), ma rispettivamente, 122 e 62 ogni milioni di assistiti. Il dato friulano, invece, è vicino a quello trentino (132 ogni milione di pazienti).
La realtà trentina
I numeri forniti dalla Federazione nazionale sono regionali. Ma gli addetti ai lavori sanno che tra Trento e Bolzano è la prima provincia a perdere più medici. L’ordine dei medici del Trentino è a conoscenza di cento tra i suoi iscritti (3.400 in tutto) che lavorano stabilmente all’estero. I paesi privilegiati sono quelli dell’Europa Occidentale, l’area germanofona in particolare e il Regno Unito. Ma anche la Svizzera, come si è visto, esercita una certa attrattiva: qualcuno risulta attivo negli Stati Uniti mentre nessun medico trentino risulta operativo nei paesi arabi, pur molto attivi nel cercare con mail e telefonate, sopratutto, specialisti già in pensione. Viceversa, chi opta per l’estero ha, in maggioranza, tra i 30 e i 40 anni.
Ma rinnovano l’iscrizione
C’è però un dato, in questo scenario, che lascia aperto un barlume di speranza: la stragrande maggioranza dei medici trentini che lavorano all’estero sono tuttora iscritti. Nel 2023, infatti, risultano «solo» tre cancellazioni di professionisti che hanno optato per l’estero. C’è una ragione tecnico – burocratica, e non solo. In caso di reiscrizione in Italia, infatti, i medici devono corrispondere al proprio ordine provinciale anche le quote relative a tutti gli anni in cui non sono stati iscritti. Allo stesso tempo, però, è anche un segnale: chi se ne va lascia aperta l’ipotesi di rientro. Forse, i dottori che hanno scelto altri paesi non aspettano altro che una «buona offerta» per rientrare in madrepatria. Forse, quell’offerta, basterebbe semplicemente fargliela.
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