Bambini

giovedì 15 Dicembre, 2022

La guerra spiegata a bambini e famiglie

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Il museo di Rovereto investe molto su strumenti sempre più adeguati al giovane pubblico e alle scuole

Come spiegare la guerra ai bambini e alle bambine e con quali strumenti didattici e museali? Come evitare di dire loro troppo poco, correndo il rischio di essere reticenti, o di dire troppo, urtandone le sensibilità? Anna Pisetti, responsabile della Sezione educativa del Museo storico italiano della guerra di Rovereto, si pone quotidianamente questi problemi assieme ai suoi colleghi e collaboratori. Una sfida di responsabilità – in un tempo in cui ci siamo scoperti tutti più fragili di fronte alla guerra – che si rinnova ogni giorno con le scuole e con le famiglie, a ogni visita guidata nel museo.
«Circa la metà del nostro pubblico – spiega Pisetti – è costituito da bambini, ragazzi, scuole e famiglie. Questo ci ha spinto negli ultimi anni a creare nuovi strumenti di visita e contenuti sempre più adeguati al pubblico dei più piccoli sia nella forma sia nei contenuti. Nelle sale interne, tutti i percorsi espositivi sono stati dotati di pannelli e didascalie realizzate con un linguaggio semplificato, grafiche e illustrazioni. Le informazioni destinate a queste tipologie di pubblico sono identificate con un colore, che le contraddistingue, e le rende facilmente riconoscibili». La Sezione educativa del Museo ha selezionato i contenuti con scelte di tipo nozionistico e tematico. «Lavoriamo molto – prosegue la responsabile – sull’esperienza della vita quotidiana al fronte, sulle conseguenze della guerra sulla società, sull’impatto della guerra sul paesaggio». In questa direzione – pensando alla nuova definizione di museo fornita dall’Icom (International Council of Museums), che identifica il museo come un luogo accessibile e inclusivo, che offre esperienze diversificate per l’educazione, il piacere, la riflessione e la condivisione di conoscenze – sono state realizzate pubblicazioni e strumenti di approfondimento, vengono proposte regolarmente attività per famiglie nel fine settimana e sono state create aree di sosta e nuove spazi dedicati al gioco, per favorire momenti più leggeri durante la visita.
Succede talvolta che sia il genitore a cercare il museo per chiedere come si può spiegare la guerra a un bambino: «La nostra attenzione è rivolta anche ai genitori. Vogliamo fornire loro strumenti idonei per condividere l’esperienza museale con i figli, di fronte a un tema così complesso come la guerra. Per farsi mediatore, l’adulto deve sentirsi accompagnato dalla nostra presenza durante il percorso di visita. L’esperienza al museo dev’essere condivisa tra adulti e bambini. I genitori devono trovare nella nostra offerta un elemento di tramite e un ruolo di ponte. È fondamentale che dentro al museo possa svolgersi questa mediazione».
Se per le famiglie le sale del museo e il castello che lo ospita sono gli spazi privilegiati di visita e di esperienza, alle scuole il museo propone anche attività all’esterno: percorsi legati al tema della memoria sui luoghi della Grande Guerra, per esempio la Campana dei Caduti, oppure visite alle trincee della Vallagarina.
«Tutto questo – conclude Anna Pisetti – rientra in una più ampia riorganizzazione dell’offerta e del percorso museale che abbiamo intrapreso da alcuni anni, per fare della nostra struttura un museo sempre più inclusivo e più accessibile. Un processo di trasformazione e di rinnovamento che passa anche per la comunicazione e che è sostenuto dalla volontà di rivolgerci con strumenti sempre più adeguati ai diversi pubblici che visitano il museo, in modo particolare a bambini, ragazzi, scuole e famiglie».