politica

giovedì 11 Maggio, 2023

La Lega avverte Fratelli d’Italia: «Se passa Gerosa salta la coalizione»

di

Il commissario trentino Binelli: «Non appoggeremo mai la presidente Itea. Ogni giorno perso è un regalo al centrosinistra»

Il commissario della Lega Diego Binelli tende a minimizzare le divisioni interne al centrodestra, anche se a Fratelli d’Italia non fa sconti: «Devono decidere se convergere o no su Fugatti, tutto il resto della coalizione ha già deciso».
Fratelli d’Italia ha una sua candidata, Francesca Gerosa. La divisone è evidente.
«Lo ripeto per l’ennesima volta. La coalizione si è già riunita, dibattendo ampiamente sui due nomi in campo, quello del governatore uscente Fugatti e quello della presidente di Itea Gerosa. Tutte le forze della coalizione hanno trovato una convergenza sul primo. Ora attendiamo che si decidano anche loro, quelli di Fratelli d’Italia».
Che però continuano a portare avanti la loro proposta. La frattura sembra politica, non solo di nomenclatura.
«Non è politica. Il centrodestra governa assieme 15 regioni, condividendo valori e visioni. Poi ci sono differenze su alcuni punti, ma è normale».
Beh, anche sull’orso Fratelli d’Italia la pensa in modo diverso dalla giunta, e non ha lesinato critiche.
«Su questo argomento non sono granitici, il capogruppo Claudio Cia e altri esponenti hanno espresso fiducia a Fugatti sulla gestione degli orsi e sulle scelte che ha messo in atto. In ogni caso non ci sono distanze politiche incolmabili con Fratelli d’Italia, nel complesso il legame politico tiene e sono fiducioso che alla fine l’unità prevarrà. L’unica cosa che ci divide è il nome del candidato presidente».
Mica è poco…
«Sono fiducioso. E quando decideranno ce lo faranno sapere».
Ma loro dicono che a decidere sarà Roma.
«Il futuro del Trentino si decide in Trentino, anzi: lo decidono i trentini. Se loro devono farsi dire da Roma chi dovrà governare a Trento, non va bene. E non fa bene all’autonomia. Poi, va anche detto che noi anche a Roma abbiamo già deciso».
Sta di fatto che loro insistono su Gerosa.
«Un nome che noi non appoggeremo mai. La coalizione, ripeto, ha già deciso, e anche il Patt ha siglato un accordo con Fugatti sul nome di Fugatti. Insomma, se anche in linea di principio i partiti storici del centrodestra poterebbero anche accettare una decisione di Roma, e se fosse io sarei comunque contrario, i partiti territoriali e autonomisti non potrebbero certo accettarlo».
Dice che se passa la proposta Gerosa casca la coalizione?
«Patt e civiche non prendono certo ordini da Roma. Qui ci sono espressioni territoriali che fanno la differenza, che siamo riusciti ad avvicinare e con cui abbiamo costruito qualcosa di differente da tutti le altre realtà. Non è detto che accettino la proposta Gerosa, anzi. Anche per il modo in cui verrebbe avanzata».
Ieri, su questo giornale, il candidato presidente del centrosinistra Valduga metteva in evidenza le vostre divisioni, aspettandosi alla fine un’intesa che sarà però segnata da cicatrici. Cosa risponde?
«Non mi sembra che loro navighino in acque più tranquille. Avranno anche scelto il candidato presidente, ma sul resto sono divisi su tutto».
Come formerete la vostra lista? Ci sarà anche quella del presidente.
«Partiremo dagli uscenti, che saranno ricandidati. Poi ci saranno i militanti storici, facendo attenzione di rappresentare in lista tutti i territori. Ci sono anche simpatizzanti che si stanno avvicinando, che potranno dare nove energie. Sulla lista del presidente non so, credo guardi più che altro alla società civile, ma non me ne occupo io».
Lei sarà in lista?
«Sono un militante, al servizio del partito. E anche la mia eventuale candidatura è al servizio, se il partito vorrà».
La Lega, nel 2018, ha ottenuto il 27% dei consensi quando Salvini aveva il vento in poppa. Poi alle ultime politiche è aumentata Giorgia Meloni, con il tracollo del Carroccio. A ottobre che risultato si immagina?
«Non sono preoccupato, anche perché più che alle ultime politiche io guarderei alle ultime amministrative. A quelle in Friuli Venezia Giulia per esempio, dove la Lega ha recuperato tornando primo partito con il 19%, mentre Fratelli d’Italia ha perso tredici punti».
Ecco, si torna a Fratelli d’Italia. Secondo lei qual è il termine ultimo entro cui dovranno decidere se appoggiare o meno Fugatti?
«Dico solo che noi andiamo avanti lo stesso, io non devo convincere nessuno. Auspico una riflessione, questo sì, sull’opportunità di appoggiare tutti assieme un presidente uscente che ha fatto bene e che ha una grande popolarità sul territorio. Poi bisogna decidere in fretta, è vero, perché ogni giorno perso è un giorno regalato al centrosinistra».