La maledizione di Palazzo Thun: in 30 anni a Trento mai un sindaco di centro destra

Trent’anni, sei elezioni, mai una volta che il centrodestra abbia vinto. Mai una volta che abbia superato il 30% dei suffragi: solo Claudio Cia ci riuscì nel 2015, racimolando il 31%, quando però il suo avversario Alessandro Andreatta raggiunse quasi il 60%. Insomma, una sorta di «Maledizione di Palazzo Thun», perché non c’è verso, vincono sempre gli altri.
Percentuali basse e divisioni interne. La prima volta che si votava con l’elezione diretta, era il lontano 1995, la sfida era con Lorenzo Dellai che correva per il secondo mandato. Due gli avversari del centrodestra, Maurizio Perego per Fi e An e Giuseppe Filippin per la Lega. Vinse Dellai, oltre il 50%. Centrodestra diviso anche nel 1999: con Claudio Eccher Fi, An e anche il Patt e con Filippin la Lega. E Alberto Pacher, del centrosinistra, arrivò quasi al 70%. Vinse Pacher anche nel 2005: per Forza Italia Ettore Zampiccoli, per la Lega Sergio Divina, per An Antonio Coradello.
Nel 2009 Forza Italia era con An nel Popolo della Libertà, che schierò Pino Morandini. La Lega corse da sola con Bruna Giuliani, e quella volta vinse Alessandro Andreatta. Fu solo nel 2015 che il centrodestra si presentò unito, candidato sindaco Claudio Cia, che fece il record: 31%, ma si impose di nuovo Andreatta. E, veniamo alle ultime elezioni, anche questa volta con il centrodestra unito. Nemmeno cinque anni fa, autunno del 2020. Dopo la candidatura abortita di Alessandro Baracetti, fu candidato come sindaco Andrea Merler che raggiunse il 30,22%. Lo sfidante Ianeselli venne eletto con il 54,66%. Niente, nemmeno quella volta. Il 30% sembra essere una barriera insuperabile, una soglia fatidica che il centrodestra non riesce a oltrepassare. Chissà se andrà meglio questa volta, ma tirano venti di divisione anche per questo giro, e cosa non indifferente, ad oggi il centrodestra non ha nemmeno un candidato sindaco.