Il report

domenica 30 Giugno, 2024

La Provincia e il business delle consulenze: spese raddoppiate in sei anni

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Incarichi esterni per 8,5 milioni di euro nel 2023. Piazza Dante si difende: «Aumento legato ai lavori pubblici». L'intero sistema pubblico vale oltre 36 milioni

Consulenze, collaborazioni, studi, ricerche e soprattutto incarichi di progettazione collegati a opere pubbliche. In sei anni, dall’insediamento della prima giunta guidata dal presidente leghista Maurizio Fugatti, sono raddoppiate le spese della Provincia per incarichi affidati a professionisti esterni: da 4,3 milioni di euro nel 2018 a 8,5 milioni nel 2023. Complessivamente l’intero sistema targato Provincia – quindi comprese le società controllate, l’Azienda provinciale per i servizi sanitari (Apss) e le Fondazioni – spende 36,1 milioni per incarichi di consulenza e collaborazione. Spicca l’aumento dell’importo a carico dell’Apss: da 7,2 milioni nel 2022 a 12,9 nel 2023.

Il report della Corte dei conti
I dati sono contenuti nella relazione della Corte dei conti sul rendiconto della Provincia autonomia di Trento per l’esercizio finanziario 2023. Si tratta, in particolare, del giudizio di parificazione presentato giovedì scorso. Come ogni anno la Corte dei conti ha chiesto all’amministrazione di Piazza Dante di comunicare la spesa complessiva sostenuta dalla Provincia, dalle agenzie, dagli enti strumentali, dalle società controllate e da altri enti partecipati come le Fondazioni di ricerca (vedi Fem o Fbk).
Per conferire incarichi esterni le pubbliche amministrazioni devono rispettare una serie di requisiti. Uno di questi, fra i più importanti, consiste nell’aver verificato preliminarmente la mancanza al proprio interno di strutture e apparati deputati a soddisfare l’esigenza a cui si intende rispondere tramite esterni. Oppure, pur in presenza di strutture, la pubblica amministrazione deve accertare la carenza di personale prima di conferire un incarico esterno.

Tutte le spese della Provincia
Ma veniamo ai dati. Nel 2023 la spesa impegnata dalla sola Provincia è ammontata a 8,5 milioni, in crescita del 42,7% rispetto all’anno precedente. La maggior parte dei soldi sono stati utilizzati per incarichi di progettazione: 7,7 milioni (+79,9%). A seguire le risorse previste per incarichi di studio, ricerca, consulenza e collaborazione: 755mila euro (+3,9%). Infine ci sono 22mila euro per incarichi di difesa legale. Se consideriamo anche le spese sostenute da agenzie ed enti pubblici strumentali, si raggiunge quota 11,5 milioni, in crescita del 32,8% rispetto al 2022.

Perché la spesa è aumentata
Qual è la ragione di questo incremento? Già nel 2021, quando la sola spesa della Provincia era lievitata del 44,8% arrivando a 6,2 milioni (di cui 5,5 milioni per incarichi di progettazione, +48,6%), la Corte dei conti aveva chiesto spiegazioni in sede istruttoria. L’amministrazione provinciale aveva riferito che l’incremento «è principalmente da ricondurre agli incarichi relativi alla fase di progettazione e alla fase esecutiva di lavori. Ciò — spiegava — anche con riferimento all’obiettivo della Provincia di sostenere i lavori pubblici, sia per garantire al territorio una adeguata dotazione di infrastrutture fondamentali per la competitività del territorio sia per l’impatto diretto che l’attivazione degli stessi produce sul sistema economico locale». Negli ultimi sei anni, infatti, la crescita della spesa è stata legata essenzialmente al ricorso a professionisti esterni per le attività di progettazione: 3,1 milioni nel 2018, 5,1 milioni nel 2022, 7,7 milioni nel 2023.

Fondazioni, società e Apss
Non ci sono, però, solo le spese della Provincia in senso stretto. La Corte dei conti riporta anche i dati relativi all’intero comparto provinciale, ossia l’Azienda provinciale per i servizi sanitari (12,9 milioni), il Centro servizi culturali Santa Chiara (92mila euro), l’Opera universitaria di Trento (227mila euro), le società controllate (8,2 milioni) e le Fondazioni di ricerca (3,1 milioni). La spesa per collaborazioni esterne da parte di tutti questi enti si è attestata 24,6 milioni nel 2023, in aumento del 28,4% rispetto al 2022.
La crescita è stata trainata in modo particolare dagli incarichi conferiti dall’Apss: il costo a carico dell’azienda sanitaria è passato da 7,2 a 12,9 milioni (+77,8%). Aumenta anche il budget di Cassa del Trentino (105mila euro, +74,5%), di Intebrennero (178mila euro, +34,1%) e della Fondazione trentina Alcide Degasperi (383mila euro, +25,5%).
Ma quanto vale il sistema di consulenze dell’intero comparto provinciale, compresa Piazza Dante? Ammonta complessivamente a 36,1 milioni di euro, un valore in crescita del 29,5% rispetto al 2022 e del 33,9% rispetto al 2018.

Il confronto con il passato
Quanto si spendeva, invece, dieci anni fa? I dati sono reperibili sempre nei giudizi di parificazione della Corte dei conti. Entrando nel dettaglio, nel 2014 la Provincia aveva impegnato una spesa di 5 milioni per le consulenze, il 71% in meno rispetto ad oggi. Cambia, però, la ripartizione della spesa. Dieci anni fa, infatti, si spendeva molto di più per incarichi di consulenza, studi e ricerche, il doppio: 1,5 milioni (+50%). I costi legati a incarichi esterni di progettazione, come abbiamo già visto, era più bassa (2,1 milioni). Era più oneroso, invece, l’impegno finanziario per le attività di difesa legale: 750mila euro, contro gli attuali 24mila euro.
Tutto il sistema provinciale, invece, spendeva 35,3 milioni dieci anni fa, una cifra in linea con i valori attuali.
Ricordiamo che proprio nel 2014 la Provincia emanò una direttiva per contenere le spese delle società e degli enti controllati. Da quel momento in poi è stato fissato un tetto massimo per i nuovi incarichi di studio, ricerca e consulenza: l’importo complessivo non può essere superiore al 35% delle spese riferite al valore medio degli esercizi 2008 e 2009.
Erano gli anni della spending review, gli anni del contenimento della spesa pubblica, gli anni in cui si riaffermava, un po’ in tutta Italia, il criterio della sobrietà nell’utilizzo delle risorse pubbliche.