Il caso
giovedì 29 Giugno, 2023
di Simone Casciano
Simone Casciano
Pensavano di tornare a casa e invece si sono ritrovati senza un tetto, anzi un chiostro, che ospitasse i loro eventi culturali. È successo ai ragazzi e alle ragazze dell’associazione Inchiostro una realtà culturale di Trento da anni attiva con eventi che animano di musica e colori l’estate di Trento. Il loro nome nasce proprio dal luogo da cui era cominciato tutto: il Chiostro degli Agostiniani. Lo spazio, attiguo a piazzetta Lunelli, che proprio questo gruppo di giovani aveva animato con serate a base di musica, vino delle cantine locali e birre artigianali dal 2016 al 2018. Eventi che avevano mostrato le potenzialità di quel luogo spingendo anche altre realtà, tra cui Poplar, ad animarlo con iniziative culturali. Complice la pandemia Inchiostro aveva dirottato i suoi eventi, preferendo gli spazi più ampi del parco Santa Chiara dando vita alla rassegna «Tutti al Santaa». Quest’anno però l’intenzione era quella di tornare a casa. Sia per l’affetto per il luogo dove tutto era cominciato, sia perché gli spazi più a misura del chiostro permettevano all’attività dell’associazione di essere sostenibile autonomamente, mentre l’organizzazione al parco richiedeva oneri maggiori per adempiere alle normative sulla sicurezza. Dopo mesi passati a organizzare però i giovani hanno dovuto gettare la spugna, quest’anno non ci saranno eventi al Chiostro degli Agostiniani e la responsabilità, dicono, è della Provincia titolare dello spazio pubblico. «Carissime amiche e carissimi amici, ci dispiace molto comunicare che quest’anno Inchiostro 2023 non aprirà le porte – hanno scritto sui social – Siamo delusi e amareggiati, da quasi tre mesi portiamo avanti un confronto con la Provincia di Trento per farci affidare lo spazio. In questi mesi è diventato palese l’obiettivo di sabotare e impedire l’iniziativa. Il Chiostro degli Agostiniani, spazio pubblico in cui tutti i cittadini e le cittadine avrebbero potuto gustarsi uno spicchio di estate urbana, rimarrà chiuso, vuoto e malandato, così come fortemente hanno voluto coloro che si professano custodi». Il direttivo di Inchiostro spiega che da marzo stavano lavorando alla rassegna e aveva chiesto la concessione dello spazio, per cui avrebbe pagato il canone, alla Provincia. «All’inizio pensavamo di partire a inizio giugno – dicono dal direttivo – Poi ci hanno detto il 16, poi hanno spostato i paletti ancora più in là. Allora abbiamo capito che non c’era l’intenzione di concederci gli spazi». I motivi di questo rifiuto sono difficili da comprendere. Nel palazzo si trovano gli uffici della Cooperazione Internazionale e dell’Ocse che con Inchiostro hanno sempre avuto rapporti positivi. Anche il liceo Bonporti, che ha lì alcune aule, aveva concesso l’utilizzo di alcuni spazi all’associazione. C’è di più, il programma dell’Inchiostro era inserito negli eventi estivi del Comune «Trento aperta». Ragione per cui anche da via Belenzani si erano mossi per intercedere con la Provincia e permettere ai giovani di utilizzare lo spazio, ma non c’è stato nulla da fare. «Il rammarico è che il Comune aveva chiesto di poter avere uno spazio della Provincia a Trento per fare attività culturale e questa cosa non è stata colta – commenta l’assessora Elisabetta Bozzarelli – Dovrebbe essere normale aprire i luoghi pubblici, spazi che le amministrazioni gestiscono ma che appartengono alla cittadinanza. Davvero allora non si capisce il motivo di questo rifiuto, anzi di questo continuo rimandare. Era meglio dirlo subito, che qualcuno si assumesse le sue responsabilità e intanto si poteva pensare a un piano b». E proprio ad un’alternativa sta lavorando in questo momento il Comune assieme all’associazione. Non sarà al Chiostro degli Agostiniani, ma l’estate di Inchiostro arriverà comunque.