calcio
mercoledì 10 Luglio, 2024
di Redazione
La Spagna si impone 2-1 sulla Francia ed è la prima finalista di Euro 2024. Eliminati i Bleus di un Mbappé che nemmeno ieri ha lasciato davvero il segno, nella serata che invece ha consacrato il talento del baby fenomeno Lamine Yamal.
La Francia ci mette meno di 9 minuti a risolvere quello che era stato il suo problema maggiore nelle precedenti partite: fare gol. Mbappé si libera sulla destra e scodella un cross delizioso per Kolo Muani che svetta di testa dimenticato dai centrali spagnoli e batte Unai Simon. I Blues però non hanno fatto i conti con il talento cristallino di Lamine Yamal. Il non ancora 17enne del Barcellona (compirà gli anni sabato) al 21’ dipinge una parabola meravigliosa con il sinistro da oltre 20 metri: Maignan può solo guardare il pallone accarezzare il palo interno e morire in rete. Un gol magnifico, il più “giovane” mai messo a segno agli Europei. Doccia fredda per la Francia che si disunisce e al 25’ incassa anche il 2-1: disarmante la facilità con cui Dani Olmo (a segno per il terzo match di fila) si incunea nella difesa avversaria e batte Maignan, nonostante il disperato tentativo di salvataggio di Koundé. Partita pazzesca, che la Spagna riesce ad addomesticare grazie all’ottimo possesso palla. La Francia riprende in mano il pallino nella ripresa, ma creando pochi grattacapi a Unai Simon. Al 76’ però Theo Hernandez ha sul destro la palla del 2-2, ma sparacchia alto da ottima posizione. All’81’ si accende ancora Yamal: azione fotocopia di quella del gol, stavolta il tiro è leggermente troppo alto. Poco male: la Spagna è in finale, contro Olanda o Inghilterra.
Sarà il Westfalenstadion di Dortmund ad ospitare questa sera, con fischio di inizio alle ore 21, la seconda semifinale dell’Europeo. Gli Orange sono in crescita dopo una fase a gruppi traballante contro un’Inghilterra sempre in bilico che sembra essersi abituata a camminare su un filo teso sopra il baratro. Due percorsi non troppo lineari ma uniti dalla voglia matta di tornare ad alzare trofei. È dai tempi di Bobby Charlton, Mondiale 1966, che la nazionale dei Tre Leoni non vince nulla, mentre c’è ancora voglia di “vendetta” per il ko europeo a Wembley di tre anni fa contro l’Italia. L’Olanda, a parte l’exploit Europeo del 1988 con Van Basten, non ha più centrato il bersaglio grosso, frenata per la terza volta nel 2010 nella finale di un Mondiale dopo le delusioni del ’74 e del ’78. Non mancheranno dunque stimoli a entrambi i contendenti, pronti a scrollarsi di dosso l’etichetta di perdente illustre e ad affidarsi ai loro talenti. In campo, l’Olanda ha mostrato grande facilità nel creare occasioni da rete, quella facilità che gli inglesi non sono ancora riusciti a trovare nonostante stelle come Harry Kane, Jude Bellingham, Phil Foden e Bakoyo Saka. E il giovane Cody Gakpo, autore di tre reti nel torneo, è la carta “orange” più efficace per abbattere il muro inglese. Se l’Inghilterra ha fenomeni multimilionari da sfoggiare, la squadra guidata di Ronald Koeman si affida ad un leader offensivo svincolato come Memphis Depay che con l’Atletico Madrid non ha rinnovato il contratto. Per ora il trentenne pensa solo all’Olanda e a far felici i 75 mila che invaderanno Dortmund. La sfida per l’Inghilterra sarà invece quella di trovare in fretta la via del gol. I Tre Leoni soltanto una volta sono riusciti a imporsi nei 90 minuti (1-0 alla Serbia), mentre con Danimarca (1-1) e Slovenia (0-0) hanno pareggiato, con la Slovacchia si sono imposti ai supplementari (2-1) e con la Svizzera hanno dovuto far ricorso ai rigori (6-4). Ma quello che preoccupa i tifosi inglesi è che i ragazzi di Southgate hanno calciato solo cinque volte in 240 minuti. Numeri che testimoniano la cronica difficoltà nel segnare. Un “tabù” che gli inglesi sperano di sfatare questa sera. Il ct è comunque fiducioso. «Ho la grande fortuna di avere un gruppo di giocatori favoloso, lavoriamo come una squadra e lo abbiamo sempre fatto. Analizziamo ciò che potremmo migliorare come staff tecnico e ciò che i giocatori potrebbero fare, siamo molto aperti a questo proposito», ha detto nella conferenza stampa della vigilia. «Il modo in cui i 26 hanno legato nelle ultime settimane è stato speciale, metà della squadra non aveva esperienza di tornei. Abbiamo fatto scendere in campo 21 giocatori senza partite ininfluenti e questo ha fatto sì che le persone si legassero ancora di più», ha aggiunto.
Molte delle speranze inglesi sono legate alla vena realizzativa di Harry Kane. «Credo che in alcuni momenti, con il ritmo del gioco, mi sia allontanato dagli spazi. Cerco di vedere come si evolve il gioco e di sfruttare le situazioni. Ci sono momenti in cui sono dentro e intorno all’area di rigore e faccio delle corse intelligenti, altri in cui trascino i difensori in posizioni in cui non vorrebbero trovarsi», ha analizzato il capitano.