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giovedì 13 Febbraio, 2025

«La Stangata»: le pagelle di Sanremo di Gabriele Stanga. Stash maranza (6), Marcella Bella imita (male) Bertè (4), Lucio Corsi delicato (8)

di

Chi delude e chi sorprende: i voti della seconda serata con 15 cantanti in gara

Rkomi, 4, Esperanto

In un festival in cui tutti fanno a gara a chi scandisce peggio le parole del testo, lui riesce comunque a vincere per distacco. Quota Torre di Babele. Alla canzone si potrebbe dare una chance… se la cantasse qualcun altro.

Elodie,  5,5,  Dimenticabile

Dimenticarsi alle 7, ma pure alle 6 e 3 quarti. Canzone sciapa che anche al secondo ascolto non convince. Voto 2 al tizio che le urla Bona prima dell’esibizione. Il catcalling in diretta nazionale anche no.

Lucio Corsi, Il migliore, 8

Seconda serata anche meglio della prima, porta a Sanremo una cosa che manca a tutti gli altri: la delicatezza, riesce a trasmettere un messaggio profondo ma con leggerezza. Forse non è un duro ma è l più rock di tutti proprio per questo. “Non sono altro che Lucio”, diciamo che il nome promette bene.

Giorgia 8, Illuminata

In un momento in cui sembra che per cantare bene sia sufficiente essere intonati e anzi, produttori musicali (o presunti tali) si permettono di dire che l’intonazione stessa è un concetto superato, una voce come la sua è ossigeno. C’è un abisso tecnico rispetto a tutti gli altri.

Cristicchi 7, Ostinato

Meglio della prima serata, ma anche stavolta c’è qualche problema di intonazione. E di tempo soprattutto all’inizio. Non so l’impressione è che tenga tanto a questa canzone per il suo testo ma il vestito non gli si cuce addosso come dovrebbe.

Achille Lauro, 7, Al Capone

Era sembrato leggermente più intonato del solito durante la prima serata, stavolta torna sui suoi livelli. Ma ormai che il canto non sia la sua cosa si sa, convince lo stesso anche vestito da gangster con la doppia giacca.

The Kolors 6, Coatti

Stash in versione Michael Jackson-Maranza con il guanto nero invece che bianco. Il giro di basso è il più bello tra tutte le canzoni in gara, molto groovy. Per il resto canzone catchy ma con poco da dire, come sempre.

Bresh Voto 5,  Non pervenuto

Un misto tra Tananai dei poveri e Rkomi. Ha preso un granchio chi l’ha selezionato.

Serena Brancale, 5, Platinata

Vestito in tinta con il capello, tamarrissima come la canzone.

Rocco Hunt,  5, Castello delle cerimonie

Sembra un bravo ragazzo, anche simpatico. Però la musica pare proprio un’altra cosa. Gigi D’Alessio versione 2025.

Willie Peyote, 7,5, Je suis Willie

È un rapper ma è il più punk di tutta la serata, sia per contenuti che per la performance. L’unico che ti fa venire voglia di andare a un suo concerto.

Fedez 6, Meno peggio

La seconda volta va molto meglio della prima. Non brilla né nel rappato né nel canto ma l’autotune è regolato meglio e interpreta il pezzo in maniera più credibile. Si riesce anche ad apprezzare di più il testo che parla del suo rapporto con la depressione, io ci leggo anche diverse frecciatine a Chiara, ma sarò malizioso.

Marcella Bella, 4, Poser

Prova a fare la Bertè ma non ce la fa per niente. Il messaggio del pezzo non arriva, non pare convinta neanche lei e non aiuta la scelta della coreografia.

Damiano David, 10, Fuoriclasse

Toccare Dalla è sempre pericoloso, ma se lo facessero tutti così non ci sarebbe niente da dire. Lui ormai è di un altro livello e si sente.

Rose Villain, 6, Radio Friendly

Niente di che ma pur avendo capacità vocali nettamente inferiori convince più di Elodie. Alcune parole le biascica, altre le scandisce in una maniera che mette quasi paura. Ci mette energia e apre bene sul pre ritornello. La canzone è molto orecchiabile e infatti sta andando bene per ascolti in streaming.

Francesca Michielin, 5, Disco rotto

Sembra una cosa che canteresti a una festa d’istituto più che sul palco dell’Ariston. Un po’ la solitudine, un po’ colonna sonora di Skam Italia. Da «non vedi che sto piangendo» a «dopo centomila lacrime le grondaie cadono». Canta sempre lo stesso testo da 14 anni a questa parte.