La storia

martedì 11 Luglio, 2023

La storia di Pieroni, il primo grande amore di Oriana Fallaci che riposa nel cimitero di Trento

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Quel bambino mai nato, fu anche il figlio mai nato di Alfredo Pieroni, con il quale la battagliera giornalista aveva avviato una intensa quanto tormentata storia d’amore

È sepolto nel cimitero di Trento il giornalista che fu il primo «grande amore» di Oriana Fallaci (1929-2006), la scrittrice e giornalista toscana la cui figura è stata riesumata tra i temi proposti nella prova d’esame di Italiano per la maturità. «La storia è fatta da tutti o da pochi? Dipende da leggi universali o da alcuni individui e basta?», si chiedeva in «Intervista con la storia» (1974).
Noi, più modestamente, vi raccontiamo una storia trentina che conoscono in pochi. Il legame tra Alfredo Pieroni (1923-2011) giornalista del «Corriere della Sera» e la scrittrice, celebre per i suoi reportage sulla guerra in Viet-Nam condensati in «Niente e così sia» (1969), o per «Insciallah» (1990), «La rabbia e l’orgoglio» (2001), «Un uomo”»(1979), «Lettera a un bambino mai nato» (1975).

Ecco, quel bambino mai nato, fu anche il figlio mai nato di Alfredo Pieroni, con il quale la battagliera giornalista aveva avviato una intensa quanto tormentata storia d’amore. Erano gli anni Cinquanta, Pieroni era già un affermato corrispondente da Londra della «Settimana Incom illustrata».
Ha ricordato Alessandro Gnocchi su «Il Giornale.it» (5 novembre 2013): «Nella primavera del 1958, la scrittrice è incinta. Non si illude: Pieroni non è interessato a mettere su famiglia. In più ha paura di perderlo. Da qui in avanti la corrispondenza è tragica. La Fallaci pensa all’aborto». Oriana scrive a Pieroni, che si trova a Londra: «Ciao tesoro, tutto questo non mi piace e mi costa una grande fatica e un giorno, se tu vorrai ancora vedermi, ti dirò perché. Però so, con sicurezza, che devo farlo; perché se non lo facessi, rovinerei o turberei, almeno, la tua vita: della mia non mi importa molto, sebbene me ne importi un po’, ma della tua me ne importa moltissimo e non sopporto che tu debba portare un peso così grave».

Nel maggio del 1958 la Fallaci ha un aborto spontaneo. Confessa a Pieroni: «Vivo nella più assoluta, squallida, abulia. Non mi importa più di nulla, non voglio più nulla, non spero più nulla… No, non temere: non prenderò pillole come Cesare Pavese. Ho troppo buonsenso, malgrado tutto, e troppo senso del ridicolo. Però è come se le avessi già prese».
Le lettere di Oriana Fallaci, del suo disperato tentativo di rivedere Alfredo Pieroni e riallacciare i fili di un amore ormai perduto, sono pubblicate in un libro uscito dieci anni fa.
Alfredo Pieroni aveva sostenuto l’esame di maturità al liceo Prati, a Trento, nel 1941. Con lui anche Marcello Baldi, regista; Silvio Belli, poi direttore sanitario del «Santa Chiara», Rolly Marchi, Marcello Defant.

Dalla «Gazzetta del Popolo» di Torino, al «Corriere della Sera», per finire direttore al «Resto del Carlino», Alfredo Pieroni fu un giornalista brillante e un dongiovanni impenitente. Fu il primo ad occuparsi, dopo la guerra, di Ida Dalser (1880-1937), da Sopramonte, la «prima moglie di Mussolini» e del figlio di lui, Benito Albino, (1915-1942). Entrambi osteggiati dai fascisti che fecero rinchiudere l’una e l’altro in manicomio. Ida Dalser aveva costretto Mussolini a sposarla in chiesa (1914), a Milano. Nel registro parrocchiale di Sopramonte, la pagina dei matrimoni di quel periodo, è stata strappata. Pertanto non si può sapere se l’atto fu effettivamente trascritto nella parrocchia d’origine della sposa.

Il 16 dicembre 1915 Mussolini sposerà Rachele Guidi (1890-1979) dalla quale aveva già avuto una figlia, Edda (1910-1995). Tuttavia, Mussolini fu costretto da Ida Dalser a riconoscere la paternità di Benito Albino che fu siglata, avanti un notaio, l’11 gennaio 1916. Quanto a Ida Dalser, la quale continuava a proclamarsi la legittima moglie di Mussolini, non appena il Duce prese il potere fu fatta rinchiudere in manicomio: prima a Pergine poi a Venezia, dove morì nel dicembre 1937. Suo figlio, Benito Albino, sequestrato alla famiglia e mandato a fare il marinaio in Estremo Oriente, fu poi rinchiuso in un manicomio a Mombello, dove morì il 26 agosto1942. Al «figlio segreto del Duce» Pieroni dedicò un volume uscito per Garzanti nel 2006.

Alfredo Pieroni, che era nato a Trento giusto un secolo fa, il 14 maggio 1923, è morto nella casa di cura delle Camilliane il 28 settembre 2011. Il giornalista Marco Zeni, che nel 2008 ha pubblicato il volume «La moglie di Mussolini» ed era amico di Pieroni, ricorda che al funerale c’erano solo sette persone: il fratello, quattro nipoti, lui e sua moglie.
Del primo grande, contrastato, amore di Oriana Fallaci resta una tomba nel cimitero di Trento: campo comune, fila 3, colonna 18, fossa 88. «Sic transit gloria mundi». Se va bene per l’incoronazione del Papa, figurarsi per i giornalisti.