L'incidente
domenica 28 Luglio, 2024
di Benedetta Centin
«La nostra Laura e la sua amica hanno rischiato grosso cadendo da quella giostra in movimento ma non c’è spazio per la rabbia né per l’odio, non è da noi. Certo il dispiacere è grandissimo, potevano rimanere feriti in modo grave anche i compagni di piscina che erano con loro, altre persone, magari bambini. Da due settimane a questa parte tutti i nostri pensieri sono per nostra nipote Laura, che è come una figlia: noi come la sua mamma, che nel frattempo l’ha raggiunta in Trentino, siamo in grande apprensione, continuiamo a pregare per lei, le visite quotidiane all’ospedale Santa Chiara non sembrano mai abbastanza. Speriamo possa riprendersi e guarire del tutto per tornare alla sua vita, al suo amato lavoro in piscina, come bagnina e insegnante di nuoto e acquafitness». Anche se molto provati, non lasciano spazio a polemiche Giancarlo e la moglie Matilde, gli zii della ragazza di 23 anni che la sera di domenica 14 luglio, durante la sagra di San Prospero a Borgo Valsugana, è stata scaraventata sull’asfalto da un’altezza di alcuni metri mentre il sedile della giostra «Top Spin» su cui si trovava con un’amica roteava su se stesso in elevazione. E se l’altra giovane, una diciottenne di Levico, è «atterrata» su una bimba di 9 anni di passaggio, la ragazza più grande avrebbe anche sbattuto contro la recinzione dell’attrazione prima di essere proiettata a terra, incosciente. Lì dove ha ricevuto i primi soccorsi dagli operatori sanitari prima di essere trasferita con l’elicottero, in condizioni gravissime, al Santa Chiara. Allora era stata accolta in terapia intensiva, da cui è uscita solo pochi giorni fa. Sveglia, in grado di parlare ma a quanto pare non di ricordare.
Il silenzio sull’incidente
«Non ha memoria, al momento, di quanto le è successo, dell’incidente, glielo abbiamo spiegato noi — raccontano i familiari — Ricorda che era alla sagra con l’amica (dimessa dall’ospedale con 15 giorni di prognosi ndr) e altri ragazzi della piscina, di aver preso i biglietti per quella giostra ma non il dopo. Forse per ora preferisce non affrontare la cosa. L’unica priorità comunque è che guarisca del tutto, che non ci siano conseguenze per lei» fanno sapere gli zii, che raccontano anche di come la moglie del giostraio si sia fatta viva con loro. «Se siamo arrabbiati? Meglio occuparci di nostra nipote, certo se è vero quello che è emerso finora andava posta maggiore attenzione a quella giostra, comunque starà al perito nominato dalla Procura chiarire cosa è accaduto». Secondo i primi accertamenti le maniglie di sicurezza non avrebbero funzionato, la barra orizzontale di protezione che avrebbe dovuto tenere le due ragazze inchiodate alla seduta non avrebbe retto. Colpa della sicura saltata secondo le prime ipotesi, anche se le risposte definitive le darà solo la perizia tecnica sulla giostra sequestrata delegata dalla pm Maria Colpani che ha aperto un’inchiesta e indagato per lesioni colpose gravissime il titolare dell’attrazione, un trevigiano di 37 anni di Castelfranco Veneto. Ma potrebbe essergli contestato anche altro se dalla perizia e dagli accertamenti dei carabinieri di Borgo Valsugana e dei tecnici dell’Uopsal emergessero eventuali negligenze. In merito a controlli e manutenzioni.
Il «grazie» a soccorsi e società
La premura della famiglia della 23enne ora è anche a «ringraziare di cuore tutti i soccorritori che si sono attivati quella sera per Laura, a partire dal medico che le ha prestato le prime cure, ironia della sorte lo stesso che le aveva fatto il corso di primo soccorso per diventare bagnina» le parole degli zii originari del Sud America, da qualche tempo in Trentino, a Castel Ivano con la nipote. «Un grazie anche al personale del Santa Chiara e al responsabile di Rari Nantes Valsugana, Daniele Armelao, che è datore di lavoro ma anche seconda famiglia.
È merito suo e della moglie Anna se la mamma di Laura ha potuto raggiungere Trento in tempi brevi».