il lutto
mercoledì 9 Aprile, 2025
L’addio di Rovereto a Mario Andrighettoni. Salì sull’Everest con la moglie Francesca
di Francesca Dalrì
L'alpinista si è spento a 55 anni. Il funerale sarà celebrato oggi alle 14 nella chiesa della Sacra Famiglia

Mario Andrighettoni è morto a 55 anni, affrontando troppo presto l’ultimo viaggio, ma dopo aver vissuto una vita molto intensa, tra le sfide della montagna leggendaria e il suo impegno nel volontariato. Il funerale sarà celebrato oggi alle 14 nella chiesa della Sacra Famiglia a Rovereto. Figlio di Fausto, notissimo presidente della Sat di Rovereto, non poteva che ereditare la stessa passione, frequentando da giovanissimo i corsi di alpinismo promossi proprio dalla Sat. «Mario amava la montagna come la sua stessa vita – lo ricorda il presidente della sezione roveretana Gianmario Baldi – è stato per molto tempo un amato accompagnatore di alpinismo giovanile. Ed ancora oggi è ricordato da centinaia di giovani adulti per la sua competenza, gentilezza ed il sorriso generoso. E la stessa competenza e umanità Mario la offriva anche come volontario del soccorso sulle piste da sci dell’Altopiano di Folgaria, un luogo che amava profondamente e di cui era un assiduo frequentatore». La passione per le vette si è ben presto trasformata in un’avventura di coppia. Galeotta fu proprio un’escursione della Sat, in un fine settimana del luglio del 1994, durante la quale conobbe la moglie Francesca Raffaelli. La passione per le scalate e l’amore sono diventati negli anni un collante indissolubile che è stato coronato con la conquista dell’Everest in coppia (Francesca è stata la prima trentina a raggiungere la vetta più alta del mondo). Ma non è mai stato il primato o il gesto eclatante il vero motore della passione di Mario Andrighettoni, quanto piuttosto andare alla ricerca di posti nuovi, inediti, spettacolari. «Abbiamo sempre preferito evitare i luoghi troppo affollati, scegliendo percorsi meno conosciuti, ma sicuramente non meno carichi di fascino, dove il contatto con la montagna rimane la priorità», scrivevano, anche in questo caso insieme, in un bollettino Sat del 2006. In quella occasione raccontarono agli appassionati di montagna la loro salita di coppia sul Gasherbrum 2, a 8.035 metri di quota sull’Himalaya. Dopo le Alpi, arrivò ben presto il salto sulle Ande poi la Cina e infine l’Himalaya con le sfide più ardue, il Lothse – durante una di queste salite incrociò al campo base anche Sergio Martini, la star degli scalatori roveretani, altro stile nell’affrontare la montagna e altra generazione – e infine l’Everest, raggiunto il 22 maggio 2007, senza l’aiuto di sherpa d’alta quota. Professionalmente Andrighettoni si era laureato in ingegneria aeronautica al Politecnico di Milano per dedicare poi tutta la sua carriera alla Microgate di Bolzano, sviluppando in particolare sistemi di controllo per i grandi telescopi degli osservatori astronomici in Arizona e Cile. «Mancherà enormemente – conclude Baldi – ma il suo ricordo rimarrà vivido in tutti coloro che lo hanno apprezzato e gli hanno voluto bene, per il grande affetto che elargiva generosamente».
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