Il furto
martedì 14 Novembre, 2023
di Davide Orsato
Hanno colpito nel fine settimana, di notte, certi che nessuno se ne sarebbe accorto e convinti di fare chissà che colpo. E se ne sono tornati a casa con un cellulare dal valore di poche centinaia di euro, almeno qualche anno fa. Un telefono che è in dotazione alle educatrici dal 2020, anno del Covid, per facilitare le comunicazione con mamme e papà, grazie all’utilizzo delle app di messaggistica.
Un bel magro bottino e i soliti danni per entrare: una finestra scardinata, una zanzariera rotta. Tutte cose che il Comune, con i soldi dei cittadini, dovrà sistemare. L’ultimo colpo dei «soliti ignoti» non è avvenuto in una casa o in un appartamento di una delle zone un tempo considerate «più tranquille» (e più benestanti) di Trento. Né ha preso di mira un’attività commerciale, un bar o un ristorante, come avvenuto pochi giorni fa in via Madruzzo. I malintenzionati (forse uno, ma più probabilmente almeno due, visto il modus operandi) hanno preso di mira un asilo nido. Più precisamente il Trenino, in via Gocciadoro, esattamente di fronte all’ospedale Santa Chiara. Sono entrati dal lato che dà sulla vicina scuola dell’infanzia «Crosina Sartori», dal lato opposto dell’ingresso. Una volta aperta la finestra, hanno provato a cercare qualcosa di valore un po’ ovunque. Difficile visto che all’interno del nido c’era solo un po’ di materiale da ufficio. Hanno guardato dappertutto, arrivando al punto di aprire, uno a uno, gli armadietti riservati alle educatrici. Non hanno trovato nulla, manco una monetina. Per un semplice motivo: nel fine settimana gli armadietti non vengono usati. Anche per questo le chiavi erano lì, a loro disposizione, e non hanno dovuto forzare la serratura. I malintenzionati hanno proseguito alla ricerca spasmodica di oggetti di valore. Hanno evitato materiale troppo ingombrante (ad esempio, un monitor, presente all’ingresso) finché non hanno trovato il cellulare. Poi se ne sono andati, uscendo da una porta finestra sull’altro lato, quello che dà su via Gocciadoro.
Misero bottino, per l’appunto, il cellulare. Rimpiazzabile, non fosse per il problema, organizzativo, di dover recuperare la rubrica.
Del furto si è accorta la responsabile del nido. Per i segni di effrazione, più che per l’oggetto trafugato. «L’allarme era inserito — spiega — e ha suonato correttamente. Ma qualcosa deve essere andato storto. Non siamo stati contattati, abbiamo saputo di quanto era accaduto solo una volta riaperta la scuola».
Un furto in un posto come un asilo nido sembra bizzarro. Ma è un evento meno raro di quanto possa sembrare. Qualche anno fa è stata presa di mira la scuola dell’infanzia Pedrotti. Quella volta i ladri hanno scassinato la macchinetta del caffè in sala insegnanti, riuscendo a portare via i soldi all’interno. Ci sono altri precedenti in provincia, non ultimo il caso avvenuto a Marco di Rovereto.
Ieri mattina, sul posto sono arrivati gli agenti della questura, per la raccolta della denuncia. La sottrazione del telefonino non ha sorpreso i poliziotti: anche se è stato rubato un modello di scarso valore, si tratta pur sempre di un bene «rapidamente monetizzabile» che può essere rivenduto una volta resettato.
Quanto ai responsabili, sono diverse le piste al vaglio. Ma è difficile pensare a una banda organizzata. Proprio la scorsa settimana, come aveva raccontato «Il T», i residenti della zona avevano lanciato l’allarme su alcuni episodi spiacevoli, in particolare risse e consumo di droga. Il tutto con epicentro la vicina via Sant’Antonio, a pochi metri da dove è avvenuto il furto.