Il caso
mercoledì 29 Marzo, 2023
di Redazione
Partirà dal primo aprile la stagione dei piccoli eventi esterni dei pubblici esercizi, ma rischia di non essere il volano sperato per turismo e città aperte e accoglienti. Colpa di controsensi e burocrazia.
«Partiamo dal controsenso della città di Trento – dice Massimiliano Peterlana, presidente Fiepet-Confesercenti del Trentino – Se da un lato è chiaro a tutti che dobbiamo destagionalizzare, dall’altro abbiamo ancora dei vincoli temporali che aprono una finestra solo da aprile a metà novembre. Niente concertini all’aperto in alcuni mesi dell’anno, un’assurdità se pensiamo al nostro territorio turistico, ma a ciò si aggiunge ora un altro problema di carattere normativo e burocratico».
La questione riguarda la musica e il piccolo intrattenimento all’esterno dei pubblici esercizi regolato da una legge nazionale (l’art. 7, comma 7 sexies, della Legge del 24.02.2023 n. 14) che estende la vigenza delle disposizioni sino al 31 dicembre 2023 del decreto legge n. 76/2020 art. 38 bis in materia di semplificazioni per la realizzazione di spettacoli dal vivo destinati ad un massimo di 1.000 partecipanti.
«La disposizione equipara micro eventi di un pubblico esercizio ai grandi eventi – spiega Peterlana – in questo modo la piccola attività di intrattenimento esterno di un bar deve seguire le stesse trafile burocratiche di autorizzazioni e di sicurezza di un concerto».
«Ma come? – prosegue il presidente di Fiepet Confesercenti del Trentino – Se da un lato si cerca di far vivere i centri storici, di togliere degrado e aumentare la sicurezza anche attraverso la vivibilità delle città, dall’altra le amministrazioni complicano la vita a chi vuole investire anche attraverso la musica e le attività di intrattenimento? I pubblici esercizi insieme al commercio che vive in simbiosi, sono primari nel ravvivare e rivitalizzare la città e oggi si trovano queste assurde complicazioni».
La legge prevede che per i piccoli intrattenimenti musicali siano disposte autorizzazioni particolari sulla base di certificazioni redatte da professionisti iscritti ad albi specifici. Un iter particolare, complesso e costoso autorizzato dalla polizia amministrativa della Provincia. Polizia che peraltro sta ragionando vista l’attenzione sul tema a rivedere i parametri nazionali.
Confesercenti del Trentino porta quindi avanti la sua richiesta: «Chiediamo che questa legge del 2020, prorogata in via sperimentale fino a dicembre 2023, venga modificata. Sarebbe un peccato gestire una stagione estiva alle porte in queste condizioni. E non si tratta solo di turismo ma di abitare le proprie città, i propri quartieri, creare, promuovere e facilitare quella vita di comunità che anche la politica e le amministrazioni auspicano».
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