Tribunale
martedì 15 Ottobre, 2024
di Benedetta Centin
Aveva conosciuto, o sarebbe meglio dire «agganciato» quell’uomo sui social, e nonostante sapesse che era fidanzato lo aveva incontrato un paio di volte, arrivando anche ad avere rapporti intimi con lui. «Scaricata» dopo la brevissima relazione, sempre che si possa definire tale, la donna, 56 anni, pregiudicata per reati contro la persona, già autrice di alcune truffe, aveva deciso di rifarsi sull’uomo, un operaio di 7 anni più giovane di lei, ricattandolo, minacciandolo per mesi. Almeno questo il quadro accusatorio che ha portato alla contestazione di stalking (e cioè atti persecutori), estorsione e diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti (revenge porn). Ipotesi da cui la donna si trova a difendersi in tribunale a Trento, assistita dall’avvocata Stefania Stoffella. Il processo si è aperto nei giorni scorsi.
Per l’accusa la donna, dopo che l’operaio aveva interrotto quella brevissima relazione clandestina, aveva iniziato a ricattarlo, tediandolo con messaggi e chiamate, da mattina a sera, per alcune settimane, per circa due mesi, nell’inverno 2022: «Paga o diffondo i tuoi scatti e i tuoi video a luci rosse, li faccio avere alla tua fidanzata» sarebbe stato il tenore delle minacce della 56enne, che non è ancora chiaro se abbia agito per vendicarsi, sentendosi rifiutata, lasciata dopo appena due incontri, o se invece avesse già progettato di spillare soldi al poveretto facendolo cadere nella sua rete, attraverso i social, invogliandolo a conoscerla con foto profilo ritoccate rispetto al reale. Di certo l’imputata non si sarebbe accontentata dei soldi che è riuscita a scucire all’ex: 300 euro, suddivisi in tre trance. Lei avrebbe insistito per averne ancora, e quando l’uomo ha rifiutato di assecondare l’ennesima richiesta di denaro, la 56enne avrebbe concretizzato le sue minacce. Ha fatto avere gli scatti e i video senza veli del 49enne alla compagna di lui e, come se non bastasse, pure al suo datore di lavoro. Tutto per rovinarlo. E ci è riuscita, almeno nella vita privata, visto che la fidanzata, avendo in mano le prove del tradimento, ha deciso di troncare la relazione. Ma anche l’ex amante non è stata esente da conseguenze: i carabinieri di Borgo Valsugana hanno infatti denunciato la trentina già incappata in passato in guai con la giustizia. Militari che hanno avviato accertamenti dopo la denuncia messa nero su bianco dalla vittima, disperata. Gli investigatori hanno scandagliato le operazioni di pagamento oltre al contenuto delle chat e alla lista di contatti e telefonate dei due ex amanti. Appurando così che i bonifici erano stati effettuati dall’operaio proprio a favore dell’imputata. Gli stessi carabinieri hanno anche acquisito appunto le conversazioni e le immagini, sui cellulari di entrambi, trovando riscontro alla versione dell’uomo che si era presentato in caserma, raccontando dell’incubo scaturito dopo quelle «scappatelle». C’è anche da dire che per ora l’operaio non è entrato nel processo come parte civile, per chiedere un risarcimento.