Famiglie
giovedì 17 Agosto, 2023
di Redazione
Sono ben 56mila i nuclei familiari residenti in Trentino che ricevono il sostegno statale annuale, l’Assegno unico universale, di circa 2500 euro. Un sostegno necessario alle tante famiglie che si trovano in difficoltà con i conti di fine mese. Per questo, in una lettera rivolta alla Giunta, i sindacati hanno chiesto di verificare l’impatto della misura e di indicizzare l’assegno unico provinciale al costo della vita. «La Giunta provinciale – spiegano i sindacati – è intenzionata a chiedere alla famiglie trentine di dichiarare quanto percepito dallo Stato sotto forma di Assegno unico universale ai fini del calcolo dell’indicatore Icef». Per esprimere la propria contrarietà e argomentare sulla necessità di posticipare questo intervento Cgil Cisl Uil del Trentino hanno preso carta e penna e scritto al presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti. «Senza un’analisi dell’impatto di un intervento di questo tipo – spiegano nella lettera i segretari generali delle confederazioni Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti – si rischia di impoverire ulteriormente i nuclei familiari con figli che, pur avendo perso potere d’acquisto a causa di un’inflazione ancora molto alta nella componente di fondo, risulterebbero più ricchi dell’anno precedente almeno per l’Icef e si vedrebbero tagliare ulteriormente le integrazioni al reddito provinciali e gli sgravi tariffari. Tutto perché la Provincia non ha indicizzato l’Icef e le provvidenze del welfare territoriale al reale costo della vita».
Nel 2022 sono stati circa 56mila i nuclei che hanno presentato domanda all’Inps per il sostegno, per un totale di 89 mila bambini e un importo medio di 143 euro al mese a bambino. «In totale si può stimare che lo Stato abbia garantito alle famiglie trentine con figli circa 140 milioni di euro – spiegano i sindacalisti – per circa 2.500 euro medi all’anno che ora i singoli nuclei familiari dovrebbero dichiarare nell’Icef per accedere ai benefici provinciali per i figli, per le tariffe mensa, per l’assegno di cura e per tutto il sistema di welfare provinciale. Per evitare che le famiglie subiscano gli effetti immediati di questo intervento abbiamo proposto alla Giunta di raccogliere i dati puntuali di quanto ricevono dallo Stato senza però computare questi redditi ai fini Icef almeno per quest’anno. Solo così si potrà effettuare un’analisi dell’impatto sulle famiglie ed successivamente agire per avere un reale coordinamento tra misure statali e provinciali senza che a rimetterci siano i nuclei con figli».
Per i sindacati poi la misura più urgente resta quella di indicizzare Icef e le integrazioni al reddito provinciali al reale costo della vita. «L’inflazione nel biennio 2022-2023 ridurrà il potere d’acquisto delle famiglie di oltre il 15 percento – ricordano i segretari di Cgil Cisl Uil del Trentino – in assenza di un reale recupero di stipendi e salari che però per il 60 percento dei lavoratori e delle lavoratrici in Trentino sono fermi visto che gli imprenditori non vogliono rinnovare i contratti nazionali, scaduti in alcuni casi da tre o quattro anni. Di fronte a questi numeri la Giunta Fugatti ha adeguato solo parzialmente e temporaneamente l’Assegno Unico provinciale che è stato aumentato del 4%. Una soluzione insufficiente e del tutto inadeguata. Anche in questo caso l’Autonomia ha fatto meno dello Stato che ha previsto e attuato un sistema di indicizzazione automatico».
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