emergenza orsi

venerdì 16 Giugno, 2023

L’assessora Zanotelli al Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza: «Spray antiorso a tutti e trasferimenti»

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Ieri la Provincia ha presentato le proposte al Commissariato del governo per gestire la presenza dei plantigradi. La Lav chiede che vengano eliminate le mangiatoie che attirano gli animali

Il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica si è riunito ieri al fine di trovare soluzioni all’annoso problema orsi. E, a quanto pare, si stanno facendo passi avanti, come spiega l’assessora all’agricoltura, alle foreste, alla caccia e alla pesca Giulia Zanotelli: «Stiamo istituendo un gruppo di lavoro con esperti per rivedere i contenuti del Pacobace e delle normative correlate. Per quanto riguarda lo spray anti-orso, attualmente ancora non in uso, il percorso che si vuole seguire, è quello di procedere per estenderne l’uso a tutta la comunità e non soltanto al corpo forestale. Dallo Stato abbiamo avuto un’apertura sul tema del trasferimento degli orsi problematici. Si sta lavorando ad un piano per la gestione del lupo, tema che a livello centrale è più sentito perché si tratta di un problema diffuso su scala nazionale». C’è però stato il bisogno di una tragedia per azionare gli ingranaggi del governo provinciale. La morte di Andrea Papi, avvenuta il 5 aprile per aggressione dell’orso JJ4, ha risvegliato l’attenzione dell’opinione pubblica. Per questo l’urgenza di trovare misure adeguate a gestire la situazione sfuggita di mano al cosiddetto Pacobace, il piano d’azione interregionale per la conservazione dell’orso bruno nelle alpi centro-orientali, si è resa evidente. L’attacco dell’orso al ventiseienne che praticava jogging nella località di Caldes, il primo decesso causato da un orso in Italia, ha scatenato uno sconvolgimento a livello nazionale e una serie di polemiche contro le istituzioni, che hanno per troppo tempo trascurato il problema: il quadro definito dalle operazioni di monitoraggio puntuale hanno rivelato la presenza di 100 esemplari nel 2021 (a cui vanno aggiunti i nati delle 14 cucciolate del 2022). Ma non sono i numeri ad aver fatto infuriare la gente, ma la mancanza di attenzione e di misure adeguate da parte degli enti addetti. Come rimedio e come tentativo di risposta alle istanze universalmente sollevate è stato convocato il Comitato provinciale presso il commissariato del governo, per aprire un confronto con i territori. Alla discussione sui grandi carnivori hanno partecipato il prefetto Santarelli, i presidenti delle Comunità di Valle, il presidente del consiglio delle autonomie Paride Gianmoena e la direttrice generale del comune di Trento Livia Ferrario. L’assessora Zanotelli era accompagnata dal dirigente generale del Dipartimento protezione civile Raffaele del Col e dal commissario del Governo Santarelli. Nel frattempo, la presenza di lupi nei boschi trentini si sta prepotentemente affiancando a quella degli orsi. All’interno del territorio trentino si registrano 24 branchi stabili mentre altri 5 si muovono sul confine. Le soluzioni ad entrambe le problematiche non sono facili da trovare considerando, come ricorda l’assessora che forse avrebbe preferito adottare provvedimenti più decisi e rapidi, che «siamo soggetti ad un preciso quadro normativo». Eppure, ormai è chiaro come una situazione di definitivo equilibrio la si possa raggiungere solo riempiendo la lacuna gestionale da parte dei governi; come, tra l’altro, aveva dichiarato il padre di Papi: «Le vendette simboliche non ci interessano. La colpa della tragedia non può essere circoscritta a un’orsa. Ucciderla non significa fare giustizia. Pretendiamo un’assunzione morale di responsabilità da parte di chi per quasi un quarto di secolo ha gestito gli orsi in Trentino».
Intanto la Lav attacca la Provincia per le mangiatoie sistemate per attirare le prede: «Sono ben 137 i siti di foraggiamento autorizzati nelle aree normalmente frequentate dagli orsi, 137 strutture suddivise in tre tipologie: mangiatoie; mangiatoie con deposito e casse per alimento concentrato, tutte accomunate dal fatto di fornire cibo in gran quantità a cervi e caprioli a tutto beneficio dei cacciatori che potranno poi ucciderne in maggior numero. Ma il cibo contenuto nelle mangiatoie è estremamente attrattivo anche per gli orsi che vengono quindi abituati a rifornirsi presso strutture artificiali di origine antropica, aumentando così la loro confidenza con l’essere umano e riducendo di conseguenza la loro naturale diffidenza. Il fenomeno è noto per i cassonetti dei rifiuti, ma qualsiasi struttura artificiale che possa mettere a disposizione del cibo contribuisce ad aumentare le possibilità di un incontro con l’orso».