Il nuovo conflitto arabo-israeliano

sabato 7 Ottobre, 2023

L’attacco di Hamas: sparati 5mila missili. Oltre 100 morti e 50 ostaggi. Il contrattacco di Israele provoca 230 vittime

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L'offensiva all'alba di sabato anche con incursioni di miliziani. Hamas: "Siamo sull'orlo di una grande vittoria". Biden: "Al fianco di Israele, ha diritto di difendersi"

Guerra. È la parola usata senza mezzi termini dal primo ministro Benjamin Netanyahu dopo che all’alba di sabato 7 ottobre Hamas ha lanciato un pesante attacco dalla Striscia di Gaza contro Israele. Almeno 5mila i razzi lanciati, ma non solo: contemporaneamente sono avvenute incursioni di miliziani nei territori dello Stato Ebraico. Sarebbero oltre 100 i morti causati dai raid, diverse centinaia i feriti. Israele ha anche confermato che Hamas ha preso ostaggi a Gaza: si parla di una cinquantina di persone. Israele ha subito risposto effettuando una serie di attacchi aerei a Gaza e si è scontrato con uomini armati alla recinzione di confine attorno al territorio costiero. Il ministero della Sanità palestinese a Gaza ha affermato che almeno 232 persone sono state uccise e almeno 1.610 ferite nella regione.
Un bilancio dunque già pesantissimo e che ha di fatto portato all’apertura di un conflitto proprio 50 anni dopo la guerra dello Yom Kippur, scoppiata il 6 ottobre del 1973 e che vide Israele contro una una coalizione araba composta da Egitto e Siria. «Cittadini di Israele, questa non è una escalation, non è una operazione, ma una guerra. Siamo in guerra», sono state le parole di Netanyahu in un videomessaggio diffuso dal ministero della Difesa. «Il nemico pagherà un prezzo che non conosce ancora», ha avvertito il premier annunciando anche la chiamata in servizio dei riservisti e il rafforzamento delle difese sui confini. «Ho dato istruzioni affinché innanzitutto i villaggi vengano ripuliti dai terroristi infiltrati, cosa che sta avvenendo ora», ha detto ancora.
In un’intervista ad Al-Jazeera il vice capo di Hamas, Saleh al-Arouri, ha invece detto che l’organizzazione è «pronta allo scenario peggiore». «In questo momento tutto è possibile e siamo pronti anche a un’eventuale invasione di terra israeliana», ha dichiarato. «Questa non è un’operazione mordi e fuggi. Abbiamo iniziato una battaglia a tutto campo. Ci aspettiamo che i combattimenti continuino e che il fronte di combattimento si espanda», ha aggiunto. «Siamo sull’orlo di una grande vittoria e di una chiara conquista sul fronte di Gaza», ha invece esultato Ismail Haniyeh, capo dell’ufficio politico di Hamas, come riporta Sky News.
Grande la preoccupazione a livello internazionale per l’esplosione del conflitto. Dalle cancellerie del mondo occidentale (assieme alla Nato) si è alzato un coro di condanna verso Hamas e di fermo sostegno a Israele. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha avuto un colloquio telefonico con Netanyahu. «Ho chiarito al primo ministro Netanyahu che siamo pronti a offrire tutti i mezzi adeguati di sostegno al governo e al popolo di Israele. Il terrorismo non è mai giustificato. Israele ha il diritto di difendere se stesso e il suo popolo», ha affermato in una nota ufficiale. «Il sostegno della mia amministrazione alla sicurezza di Israele è solido e incrollabile», ha aggiunto. «Gli Stati Uniti mettono in guardia qualsiasi altra parte ostile a Israele a non cercare di trarre vantaggio da questa situazione», è l’avvertimento lanciato dall’inquilino della Casa Bianca. Un monito arrivato dopo la presa di posizione del regime iraniano che si è congratulato con Hamas. La Russia «è in contatto con Israele, Palestina e Paesi arabi e invita le parti in conflitto a cessare il fuoco» ha invece dichiarato alla Tass il rappresentante speciale della Russia per il Medio Oriente e i paesi africani, il vice capo del ministero degli Esteri, Mikhail Bogdanov. Ma il consigliere presidenziale ucraino, Mikhaylo Podolyak, accusa Mosca: «Tutto ciò che la Russia sta facendo in Ucraina sta distruggendo la sicurezza globale, le regole globali, gli accordi globali. Di conseguenza, il mondo sta sprofondando nel caos e le comunità terroristiche cominciano a comportarsi in modo più provocatorio». Per oggi è stata convocata una riunione di emergenza del Consiglio di sicurezza Onu.