Cultura

domenica 2 Marzo, 2025

L’Auditorium Melotti punta sempre di più sui giovani. «Ora alleanza con il Poplar»

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L'assessora Cossali: «Aumentati gli eventi per scuole e famiglie»

Si è rinnovata la collaborazione fra il Centro servizi culturali Santa Chiara e il Comune di Rovereto con il contributo annuo dell’amministrazione locale di 50.000 euro per le attività culturali organizzate sul territorio. La programmazione vira decisamente verso le attività per famiglie e ragazzi, in particolare all’auditorium Melotti. Una volontà, quella di specializzare il Melotti nel teatro dedicato al pubblico giovanile in crescita che il Santa Chiara e l’amministrazione roveretana condividono: «Con il Coordinamento teatrale trentino ci si prefigge – si specifica in delibera – di accreditare l’auditorium Melotti, prestigioso contenitore che può ospitare in sicurezza fino a 400 spettatori garantendo sostanzialmente a tutti la stessa visibilità, lo spazio privilegiato dove realizzare gli eventi dedicati ai più piccoli e alle famiglie». «Supportiamo una piccola parte dei costi che si sostengono per una rassegna – spiega l’assessora alle politiche culturali del Comune di Rovereto Micol Cossali – vuole essere la dimostrazione di un’attenzione a questo settore. Abbiamo condiviso la volontà del Santa Chiara di specializzare il Melotti nel teatro per famiglie in un’ottica anche di servizio alla città e di sguardo al futuro nell’educazione di nuovi pubblici».

Nel 2023, all’interno delle rassegne “Scappo a teatro” e “Anch’io a teatro con mamma e papà” sono stati offerti a ragazzi e ragazze 13 spettacoli, in parte rivolti al pubblico domenicale, in parte nelle fasce orarie scolastiche, che hanno attratto 3.174 persone, nel 2024 gli spettacoli sono aumentati a 18 e gli ingressi a 5.000. Altro focus importante del Melotti a Rovereto è quello dedicato all’arte cinematografica che vede proseguire la rassegna con il Nuovo cineforum di Rovereto, Cinemart, che sarà caratterizzata da proiezioni in anteprima dei migliori festival, accompagnate da incontri con alcuni dei più apprezzati registi italiani, per scoprire motivazioni e segreti del loro lavoro. E la novità introdotta nella stagione 2022-23 del Cinema Fuoriclasse, rassegna rivolta alle scuole per sperimentare la visione al cinema, sempre meno comune per le nuove generazioni nate con le piattaforme digitali a disposizione. La città della Quercia ha cambiato direzione rispetto a quell’anima di contemporaneità che era stata paventata con la nascita del Mart?

«Non c’è conflitto – spiega Cossali – nel porre attenzione alle proposte per ragazzi e famiglie con una vocazione al contemporaneo. L’attenzione all’inclusione di una cultura teatrale, cinematografica e artistica nella crescita e quotidianità delle nuove generazioni è la base per far nascere e sviluppare una cultura al contemporaneo. L’attenzione in questo senso è arrivata con la novità dello scorso anno, che vogliamo riproporre anche nel 2025, di Spaceways, due fine settimana dedicati alla musica contemporanea, l’arrivo di Poplar al Mart che ha coinvolto il museo fattivamente: tutti i partecipanti ai concerti hanno anche partecipato ad attività nel Mart nella due giorni del festival. Questa è una nuova chiave per costruire occasioni di contemporaneità pensando alla fascia dei giovani adulti, con un incrocio di arti e linguaggi». Allo Zandonai si è trasferita la stagione di danza, introdotta qualche anno fa, che nel 2025 porterà cinque spettacoli. Sulla programmazione c’è collaborazione fra le istituzioni, ma in una visione di sviluppo di politiche culturali molto autonoma. «Credo molto nell’autonomia delle istituzioni culturali – spiega l’assessora Cossali – l’importanza per un territorio di avere istituzioni come il Centro Santa Chiara è il fatto di sviluppare competenze che dovrebbero avere quindi lo spazio per esprimersi e progettare, per portare quegli elementi di professionalità che permettono un vero balzo di qualità e un’incisione reale della cultura nella crescita di un territorio. Intendo, personalmente, il rapporto con la politica e le istituzioni come di dialogo e scambio non come un ragionamento dall’alto al basso. Credo nelle relazioni vada portato avanti un valore di prospettiva, che costruisce istituzioni solide e capaci di portare competenze per la città, competenze che ci sono e si sviluppano se partono dall’autonomia di pensiero e spazio che deve essere dato in particoalre a chi porta conoscenza».