La partita autostradale

giovedì 28 Settembre, 2023

L’Autobrennero vale 1 miliardo 700 milioni di euro

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Compreso il fondo ferrovia reclamato dallo Stato. Entro l’anno deve versare 170 milioni

La prima commissione del Consiglio provinciale ha approvato con 4 sì – con il voto doppio della presidente – un astenuto e 4 no, le nuove linee programmatiche per il riordino delle società della Provincia nei prossimi tre anni. Nel piano si sottolinea che il termine del 30 novembre per la gara in project financing sul rinnovo della concessione dell’Autostrada del Brennero sarà spostato, con il consenso del ministero delle Infrastrutture. La procedura è in corso, ma serviranno altri mesi per completarla. Nel frattempo Autobrennero, l’attuale concessionaria a controllo pubblico, dovrà versare tra novembre e dicembre 170 milioni di euro complessivi, cioè i 70 milioni dell’acconto 2022 sui cosiddetti extraprofitti, gli utili che la società ha ottenuto negli anni della proroga dopo la scadenza della concessione nel 2014, e la terza rata da oltre 100 milioni del fondo ferrovia, cioè le riserve accumulate dal 1999 per il finanziamento trasversale della ferrovia e in particolare del Tunnel ferroviario del Brennero. Il programma della Provincia aggiunge a questo quadro il via libera a Cassa del Trentino, braccio finanziario di Piazza Dante, all’acquisto della quota di maggioranza di Infracis, il maggiore socio privato di A22 col 7,82% del capitale. In questo modo Trento raddoppierebbe il suo peso in Autobrennero, portando il controllo pubblico della società al 92%. L’incarico a Cassa del Trentino è in due fasi: ora la valutazione dell’operazione, poi l’eventuale decisione di comprare. Il problema è a quale prezzo. Perché Autobrennero, in base ai dati della proposta di finanza di progetto, vale 1 miliardo 676 milioni di euro se si comprendono gli 826 milioni del fondo ferrovia, 850 milioni senza il fondo. E di conseguenza cambia, raddoppia o dimezza, il valore delle società azioniste e il prezzo a cui si comprano le azioni di Infracis.

Controversia sul fondo ferrovia
L’accantonamento al fondo ferrovia è previsto dalla legge 449 del 1997, la legge finanziaria dell’epoca. Fino alla scadenza della concessione, Autobrennero aveva messo da parte 550 milioni, investiti in titoli di Stato. Da allora se ne sono aggiunti altri 276, per un totale di 826 milioni al 31 dicembre 2022. Il fondo interessi ferrovia di 56,6 milioni, derivante dall’investimento in titoli, è stato rilasciato l’anno scorso, contribuendo ai 93,6 milioni di maxi utile 2022 della società autostradale. Il decreto Infrastrutture del 2021, che ha reso possibile la proposta di finanza di progetto, ha anche imposto la devoluzione del fondo ferrovia allo Stato in otto rate annuali, ciascuna di 94,6 milioni di capitale e 6 milioni di interessi, per un totale di 100,6 milioni. Le prime due rate sono state pagate a dicembre 2021 e 2022 con riserva di ripetizione. I soci privati, Infracis, A4 Holding cioè Abertis-Benetton, Banco Bpm e Condotte d’Acqua, hanno fatto in entrambi i casi ricorso al Tribunale di Trento contro la decisione di versare. Le udienze dovrebbero tenersi a novembre.

Le disavventure della Cis
Infracis è una società di partecipazioni autostradali promossa dalla Cis, Compagnia Investimenti e Sviluppo, una public company di Verona che puntava a grandi progetti immobiliari tra Lombardia e Nord est ma che è finita in liquidazione, con un buco patrimoniale, nell’ultimo bilancio, di quasi 24 milioni. Tra i 150 soci e finanziatori di Cis ci sono investitori trentini come Isa, Fondazione Caritro, Metalsistem, Marangoni, Zobele, Funivie Folgarida Marilleva, che complessivamente rischiano di perdere quasi 30 milioni tra capitale e bond, e operatori sudtirolesi come Volksbank, gruppo Lillo, gruppo Athesia. Cis ha messo in vendita le sue attività, tra cui la quota del 38,18% in Infracis. Società che partecipa ad A22 e a Autovie Venete e che quindi, in questi anni, ha continuato a ottenere utili dai dividendi autostradali. In Infracis Trento è già presente con poco più del 20% attraverso Cassa del Trentino e Trentino Sviluppo. Altri soci sono il fondo F2i e la Pizzarotti di Parma, anch’essi interessati a vendere le quote. La quota di Cis in Infracis è valutata a bilancio poco più di 34 milioni in base ai 79,5 milioni di valutazione al costo di acquisto della partecipazione in Autobrennero. Sulla base però della valutazione di 1,7 miliardi, la quota di Infracis in A22, si legge nell’ultimo bilancio, salirebbe a oltre 131 milioni, fondo ferrovia compreso. E la cifra che dovrebbe pagare Cassa del Trentino alla Cis aumenterebbe di conseguenza.

Le altre partecipate
Nelle nuove linee per le partecipate della Provincia, in commissione si è parlato anche del completamento del processo di fusione di Trentino Sviluppo e Patrimonio del Trentino, della mission di Itea, delle incertezze sul ruolo delle Raiffeisen altoatesine che sono diventate insieme alla Provincia di Bolzano l’azionista di riferimento di Mediocredito Trentino Alto Adige. Critiche severe alla giunta sono arrivate dai consiglieri di minoranza sia sulla scelta del partenariato pubblico–privato per l’A22, sia sugli altri dossier.