La storia

domenica 2 Aprile, 2023

Lavis, il re dei gelati Rocco Serafini compie 50 anni di carriera

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L'esperienza viennese e il ritorno: «Ho cominciato a 14 anni, mai un sabato o una domenica liberi»

Era l’aprile del 1973 quando Rocco Serafini, classe 1958, iniziò la sua carriera di gelataio all’età di soli quattordici anni. La sua passione per il mondo della gelateria dura da mezzo secolo: 26 anni spesi a Vienna e 24 a Lavis. Oggi la gelateria Serafini in via Cembra, una struttura di oltre trecento metri quadrati con laboratorio e macchinari all’avanguardia, può contare non solo su Rocco, ma anche sul supporto dei suoi tre figli e della moglie Luciana, oltre che su una ventina di dipendenti e sui tanti clienti affezionati dalla città e dalle valli. A distanza di tanti anni, è riuscito a costruirsi un nome di prestigio, riconosciuto per la qualità dei prodotti offerti.

«A 14 anni sono partito da Cembra e sono andato a lavorare come apprendista in Austria nel laboratorio del Wien Eissalon – racconta Serafini –. Nella mia famiglia c’era un grande bisogno: non avevamo neanche i soldi per andare in cooperativa, eravamo in miseria e sicuramente non c’era il benessere che c’è oggi. Dopo sei anni di apprendistato, a vent’anni ho deciso di fare il salto, mettendomi in proprio e aprendo la mia gelateria a Vienna nel 1980. L’umiltà è stata fondamentale, mi ha fatto arrivare lontano». L’amore per la città austriaca è cresciuto negli anni: «Vienna mi dava un senso di Mitteleuropa, dove avrei potuto imparare non solo il lavoro, ma la vita: si incontravano persone di tutte le nazionalità, era un crocevia di culture che mi hanno arricchito molto e questo mi è servito nella vita, ho imparato a capire la gente».

L’avvicinamento al mondo dei gelatai è avvenuto quasi per caso: «Quando tornavo in Italia durante la pausa invernale e facevo pizze nei fine settimana pensavo che la pizza nel mondo fosse una sicurezza. Poi con l’apprendistato a Vienna sono rimasto affascinato dal gelato e ho sempre avuto, fin dal principio, il pensiero di lavorare in proprio, per crescere, avere un qualcosa di mio che valesse la pena raccontare e che mi desse soddisfazione».

Così a un certo punto Serafini decide che è il momento di tornare a casa: «Avevo deciso che a 40 anni sarei tornato: a 40 anni e un giorno ho venduto la mia gelateria a Vienna, dopo 26 anni di attività, tra lo stupore generale della gente per la mia scelta. Quando sei in giro per il mondo, la tua terra resta la tua terra. Dopo tanti sacrifici volevamo una vita più tranquilla, e desideravo che i miei figli potessero scegliere se restare in Italia o andare all’estero». La sede di via Cembra 27, a Lavis, ha aperto nel 1999 con qualche difficoltà: «Inizialmente ero sconcertato, volevo tornare a Vienna: era difficile proporre una gelateria di questo tipo, non esisteva l’abitudine del consumare il gelato come lo immaginavamo noi e la clientela non sapeva apprezzare quello che facevamo. Per i primi due, tre anni è stata dura».

Da oltre vent’anni la forza del caffè-gelateria Serafini risiede nella scelta di lavorare solo con prodotti pregiati, freschi e naturali: «Dobbiamo lavorare all’insegna della salute e del benessere del consumatore, oltre che pensare al guadagno: l’alimento e la materia prima vanno valorizzati. Quando mangi il nostro gelato ti senti bene: la nostra proposta diventa un pasto completo». Una scelta spesso in controtendenza con le esigenze del mercato, che imporrebbe di crescere sempre più, ma la possibilità di espandersi su più punti vendita non è tra le opzioni per il futuro dei Serafini. «Lavoriamo già tanto e bene così: non sono mai stato dell’idea di spostarmi sul commerciale, con lo standard a mezzo industriale, perché non riuscirei a fare un prodotto come si deve. Il nostro gelato è fresco di ora in ora, tutti i giorni, e questo è determinante». Grazie a queste scelte, la gelateria Serafini negli anni si è fregiata di numerosi riconoscimenti: nel 2012 il premio nazionale «Il Golosario», classificandosi tra le cinque migliori gelaterie d’Italia, nel 2018 tra le prime dieci.

«Ovviamente per adeguarci abbiamo dovuto introdurre aperitivi, caffetteria, colazioni, cioccolate e tanto altro – spiega Serafini –: abbiamo sette listini diversi, questo ci serve per coprire le diverse fasce orarie. Oggi molte delle gelaterie presenti sul territorio lavorano a mezzo industriale, proponendo un gelato finito: noi cerchiamo di distinguerci partendo dalle materie prime. È logico che ci vuole una filosofia alla base, bisogna fare degli investimenti che a lungo termine ripaghino in fidelizzazione». Una filosofia e tanti sacrifici: «Non ci sono mai stati giorni liberi, sabati o domeniche. Bisogna impegnarsi, fare ricerca, essere curiosi e soprattutto appassionarsi a ciò che si fa, conoscere i prodotti e seguirli nella lavorazione. La nostra è una gelateria, sì, ma è anche e soprattutto un ristorante del gelato, dove il cliente arriva cercando il benessere: la mia soddisfazione più grande ancora oggi dopo cinquant’anni è vedere la gente contenta».