Il progetto
lunedì 3 Febbraio, 2025
di Daniele Erler
Servirà qualche mese in più per l’inizio dei lavori alle Masere di Lavis, lì dove saranno presto aperti due supermercati e un negozio per il bricolage, ma dove sarà costruita anche la casa della musica per le bande del paese. Guardando alla storia annosa di questa zona, che peraltro è anche uno dei biglietti da visita per chi arriva da nord, è un’attesa che cambia poco.
Ed è forse anche questo il pensiero che sta dietro al passaggio tecnico che ha tardato, ancora una volta, questo infinito iter, arrivato giovedì sera all’ennesima tappa in Consiglio comunale. All’atto pratico, significa anche che a inaugurare il cantiere sarà probabilmente il prossimo sindaco, vista l’imminenza delle elezioni e il fatto che la delibera dovrà tornare, ancora una volta, per la seconda, definitiva, adozione in Consiglio.
Non è facile fare un calcolo che tenga conto anche di eventuali altri intoppi e possibili lungaggini burocratiche, ma i lavori potrebbero concludersi fra l’autunno e l’inverno del 2026.
Cambio di prassi
Vediamo dunque l’aspetto puntuale della vicenda, così come è stato spiegato giovedì in Consiglio comunale dal vicesindaco Luca Paolazzi, responsabile per l’urbanistica. La variante, che era già stata approvata in una precedente seduta, è stata in seguito sospesa dal servizio urbanistica della Provincia (il 9 gennaio). Il problema è che la firma in calce è dell’architetto Bruno Detassis, incaricato dalla stessa ditta che quella variante aveva richiesto. Secondo le leggi provinciali, invece, serviva la vidimazione di un professionista che lavora in municipio o di qualcuno che dal Comune è stato incaricato. Dunque, giovedì è stato riportato in discussione il punto, con una delibera identica, per permettere questa volta la firma di Nadia Concin, ingegnere a capo dell’ufficio tecnico locale.
L’aspetto kafkiano della vicenda è che nel recentissimo passato altre varianti, adottate sempre dal Comune di Lavis per altri interventi e sempre con le stesse modalità, sono state accettate senza battere ciglio: «Siamo un po’ caduti dal pero», ha detto Paolazzi.
A cosa è dovuto questo cambio di orientamento? È possibile che a Trento abbiano deciso di serrare le file ed essere più intransigenti, dopo le note vicende giudiziarie che hanno riguardato Riva del Garda?
La variante
A ogni modo, a Lavis la delibera è stata dunque approvata nuovamente con gli stessi punti oggetto della variante non sostanziale al piano regolatore. E riguardano, in sintesi: una lieve riperimetrazione dei confini dell’area (poche centinaia di metri quadri su un totale di oltre due ettari); lo spostamento della pista ciclopedonale (che in origine correva verso la collina e che ora fiancheggerà la statale); la modifica del parametro di piantumazione (si passa dall’obbligo di un albero ogni 150 metri quadri a uno ogni 300) e la possibilità che l’area verde, che rimarrà comunque a uso pubblico, possa essere curata anche dai privati (con risparmio per le casse comunali).
Dalla pubblicazione della delibera partiranno dunque, ancora una volta, i 30 giorni per eventuali osservazioni. Poi la Provincia dovrà esprimere un nuovo parere, per il quale avrà tra i 110 e i 170 giorni di tempo. Infine, il Consiglio comunale, verosimilmente rinnovato, potrà procedere alla seconda adozione tra l’estate e l’autunno. Per i lavori serviranno tra i 12 e i 18 mesi.
La terapia
Intanto Lavis ha un’altra questione per cui lamentarsi con Trento. Da circa due mesi all’ambulatorio di via Rosmini non è più disponibile la terapia intramuscolare. Questa decisione – ha spiegato l’assessora Isabella Caracristi – ha suscitato le proteste di diversi cittadini, in particolare anziani e pazienti cronici, che usufruivano regolarmente del
servizio. L’azienda sanitaria ha spiegato che la scelta è motivata dalla necessità di migliorare l’organizzazione del distretto, con una difficoltà a garantire il servizio a Lavis per questioni di tempo. I pazienti dovranno dunque raggiungere Mezzolombardo, dal lunedì al venerdì, fra le 8 e le 8.30.
Il Consiglio comunale ha dato incarico all’assessora di attivarsi con la giunta provinciale e con l’azienda sanitaria per ripristinare la terapia. Caracristi ha lamentato che sembra ci sia una politica in atto per accentrare i servizi sanitari su Mezzolombardo, lasciando l’ambulatorio di Lavis sempre più spoglio: «Noi continueremo a vigilare perché questo non avvenga», ha detto. «Siamo il paese più grande della Rotaliana, un presidio qui deve rimanere».