il riconoscimento

giovedì 14 Dicembre, 2023

L’azienda trentina Gpi ottiene la certificazione sulla parità di genere, diritto alla genitorialità e lavoro femminile in primo piano

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In Italia meno di 400 imprese hanno ottenuto questo riconoscimento: «Premiato il nostro impegno per favorire il lavoro femminile»

Gpi, partner di riferimento per il software, le tecnologie e i servizi dedicati alla Sanità, al Sociale e alla Pubblica Amministrazione, ha conseguito la certificazione UNI/PdR 125:2022, un riconoscimento che testimonia l’implementazione di un efficace sistema per realizzare la parità di genere. Questo traguardo si affianca alla ISO 30415:2021, la norma che attesta la qualità delle prestazioni aziendali in termini di management della Diversity & Inclusion, conseguita lo scorso giugno, e la SA8000:2014 che certifica la presenza di un Sistema di Gestione per la Responsabilità Sociale. Passi decisivi, che Gpi compie per favorire l’adozione di un modello culturale che trasformi i bisogni individuali dei collaboratori in un’opportunità di crescita e sviluppo, per le persone e per l’Impresa.
Gpi ha intrapreso da tempo un percorso volto a valorizzare la presenza femminile in Impresa, nella convinzione che per crescere di più, come Impresa e come Paese, occorra aumentare l’occupazione femminile.
È certificato, da tempo: il Pil cresce se cresce il numero delle lavoratrici (i dati McKinsey Global parlano di un aumento del 12,4%). I numeri ci dicono che circa il 60% dei giovani laureati è donna; eppure le ragazze, una volta laureate, a prescindere dal titolo di studio trovano meno opportunità di assunzione e troppo spesso, se assunte, sono pagate meno dei loro colleghi. Valorizzare il talento delle donne su cui si è investito è fondamentale oltre che giusto.
«Il conseguimento della certificazione sulla parità di genere – si legge nel comunicato- riconosce il nostro impegno in questo ambito (in Italia meno di 400 imprese l’hanno ottenuta): ci adoperiamo per creare in Azienda le condizioni migliori per favorire il lavoro femminile, riconoscere e dare spazio ai talenti, garantire la parità di trattamento per quanto riguarda salario, investimenti e opportunità di carriera».

Vanno in questa direzione le iniziative messe in campo, tra cui:

1. La prossima istituzione di un Osservatorio sul lavoro femminile, cui è affidato il compito di comprendere le ragioni sottostanti alle dimissioni spontanee che si registrano dopo il periodo di congedo parentale obbligatorio (per verificare che tale scelta sia autenticamente personale) e di mantenere elevato il tasso di Retention (permanenza in Impresa delle nostre persone).
2. L’ideazione e la promozione del Mommy&Daddy Kit, un vademecum che raccoglie in sintesi tutte le opportunità di sostegno/accompagnamento che lo Stato in primis e Gpi poi mettono a disposizione dei neogenitori.
3. La costante attenzione alle misure a sostegno della conciliazione dei tempi vita-lavoro, attestata dalla certificazione Family Audit. Il consueto work life balance si trasforma in work life integration, dove lavoro e vita privata non sono più elementi in antitesi, ma piuttosto due mondi che possono convivere in armonia.
4. La pianificazione di formazione continua del management sui temi della leadership inclusiva, al fine di favorire la crescita della cultura aziendale sui temi della diversità e dell’inclusione.