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mercoledì 19 Febbraio, 2025

Le ex fabbriche Sloi e Carbochimica, l’incendio e gli inquinanti: quindici domande e altrettante risposte sulla bomba ecologica a Trento Nord

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Nel sito di oltre 10 ettari si producevano naftalina, olei per l’impregnazione del legno e miscele antidetonanti per benzine. Un focus per approfondire numeri e prospettive

Una bomba ecologica. Le aree ex Sloi e Carbochimica rappresentano uno dei 42 Sin, uno dei siti più inquinati d’Italia. Ma cosa producevano le due fabbriche? E quando è stato certificato l’inquinamento? Ecco quindici domande (e risposte) sul Sin di Trento nord.

1. Cos’è un Sin?
I Siti di interesse nazionale (Sin) sono porzioni del territorio nazionale individuati ai fini della bonifica, in base all’elevato rischio sanitario ed ecologico oppure a un rilevante impatto socio-economico e un rischio per i beni di interesse storico-culturale.

2. Chi individua i Sin?
Il ministero dell’Ambiente, d’intesa con le Regioni. La procedura di bonifica è attribuita alla competenza del ministero.

3. Cos’è il Sin di Trento nord?
Perimetrato con decreto ministeriale dell’8 luglio 2002, a seguito del riscontro delle matrici inquinate suolo e falda, il Sin di Trento nord è composto principalmente dalle aree ex Carbochimica ed ex Sloi, due fabbriche dismesse che presentano tracce di inquinanti sia nel terreno che nella falda acquifera. Ma non solo. Il Sin è costituito anche dalle Rogge di Trento, un insieme di canali e fosse utilizzate in passato come aste di raccolta dei reflui prodotti dalle due fabbriche.

4. Cos’è l’ex Carbochimica?
Un’area di 4,2 ettari che ha ospitato un’attività industriale avviata nel 1905. La fabbrica ha lasciato una contaminazione diffusa da idrocarburi policiclici aromatici (Ipa) e solventi aromatici.

5. Di cosa si occupava l’ex Carbochimica?
Si occupava della distillazione del catrame per lavori stradali e della produzione di naftalina, di olei per l’impregnazione del legno, di pece per elettrodi e, a partire dal 1960, di anidride ftalica e acido fumarico.

6. Quando e perché ha chiuso l’ex Carbochimica?
L’attività è cessata nel 1984 per l’impossibilità di depurare le acque di processo. Ha influito anche il contesto di crisi industriale del settore.

7. Quando viene certificato l’inquinamento all’ex Carbochimica?
Dieci anni dopo la chiusura della fabbrica, viene certificata la presenza di inquinanti nel terreno e nelle acque di falda. Quindi la Provincia decide di avviare il monitoraggio delle acque a monte e a valle dell’ex Carbochimica. Ad agosto 2001 viene attivata la barriera idraulica – gestita dai proprietari del Sin -per impedire la fuoriuscita di inquinanti in falda: la barriera capta le acque inquinate, le depura e poi le restituisce nel rio Lavisotto.

8. Che cos’è l’ex Sloi?
Un’area di 6 ettari che dal 1940 ha ospitato la sede dello stabilimento della Società per la lavorazione organiche e inorganiche. La fabbrica ha causato un inquinamento da piombo totale, piombo organico e, localmente, mercurio.

9. Cosa produceva l’ex Sloi?
La Sloi produceva miscele antidetonanti per benzine e ipoclorito di sodio.

10. Quando e perché ha chiuso la Sloi?
L’attività è cessata nel 1978, su ordine dell’allora sindaco Giorgio Tononi, dopo l’incendio al deposito di sodio scoppiato a seguito di un temporale. Nella notte del 18 luglio la città fu invasa da un enorme nube scura.

11. Quando viene certificato l’inquinamento all’ex Sloi?
Chiuso lo stabilimento nel 1982, nel 1987 viene riscontrata la presenza di piombo tetraetile. Ad aprile 2003 la Provincia trasmette al ministero il piano di caratterizzazione delle aree ex Sloi e Carbochimica. Il 2 dicembre successivo il piano viene approvato. Le acque di falda dell’area di Trento nord sono costantemente monitorate da Appa a partire dal 1994.

12. Che cosa sono le rogge?
Sono un insieme di corsi d’acqua che convergono nel canale Adigetto: fossa primaria di Campotrentino, fossa degli Armanelli, rio Lavisotto, fossa Sloi. Le rogge hanno un’estensione totale di 6 chilometri e mezzo e presentano inquinanti attinenti alle due ex fabbriche.

13. È prevista la bonifica delle aree ex Sloi e Carbochimica?
Di recente è stato costituito un tavolo tecnico permanente per il coordinamento delle procedure di bonifica del Sin. Al tavolo siedono il commissariato del governo, la Procura, il ministero, la Provincia, l’Appa, il Comune e Ispra. L’obiettivo è quello di accelerare le procedure di bonifica del Sin.

14. Cosa prevede la recente ordinanza del Comune di Trento?
A seguito di una sentenza del Consiglio di Stato, il Comune ha emesso un’ordinanza finalizzata a impedire la diffusione degli inquinanti dell’ex Sloi nelle acque sotterranee dell’area situata a valle del Sin, di proprietà di Sequenza spa. I proprietari delle aree – cioè le società Tim srl (di Albertini), Mit srl (di Tosolini) e Imt srl (di Dalle Nogare) – sono obbligate a prendere precauzioni.

15, Esiste invece un progetto di bonifica delle rogge?
Sì, il progetto è stato elaborato nei primi anni del 2000. Nel 2014 è stato suddiviso in due lotti per velocizzare le operazioni. Il primo lotto da oltre 12 milioni di euro riguarda l’intervento di rimozione del materiale depositato sul fondo del rio Lavisotto (tratta a cielo aperto): i lavori di bonifica sono iniziati ad agosto 2022. Il secondo lotto riguarda invece la parte tombinata che si inabissa sotto il sedime cittadino e che sarà oggetto di un altro bando: serviranno 20 milioni di euro.