La storia

domenica 26 Febbraio, 2023

Le hair stylist trentine alla Milano Fashion Week: «Pettiniamo le modelle più famose»

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Vanessa Robusti, Anna Patauner e Roberta Cavallini si trovano nel capoluogo lombardo per il grande evento di moda. Un sogno diventato realtà

Pettinare le modelle fashion più osannate del momento nella cornice dell’evento più ambito del mondo della moda, e non solo. Un sogno che è diventato realtà per Vanessa Robusti, in arte Miss Vanny Rockcandy, hairstylist trentina approdata alla Milano Fashion Week insieme allo staff del Salone Roberta di Mattarello. Al T ha svelato qualche retroscena della kermesse in via di chiusura.
È la sua prima volta alla Milano Fashion Week?
«Sì sarà la prima volta per tutte noi dello staff del salone».
Siete tutte e tre trentine?
«Io e la mia collega Anna Patauner siamo trentine invece Roberta Cavallini, la titolare, è di Milano».
Come siete arrivate alla Milano Fashion Week?
«Tramite il brand dei prodotti che stiamo utilizzando qui in salone, che si chiamano Arpège Opera di Marco Todaro -sarà tutto monomarca nelle sfilate che seguiremo noi- e tramite una selezione tra vari saloni. Entri se sei bravo altrimenti non entri».
Cosa si aspetta da questa esperienza? Come saranno i ritmi lavorativi?
«Al momento abbiamo fatto solo una preparazione nella sede di casa Arpège a Torino. Noi arriveremo a Milano domenica. Ci aspettiamo dei ritmi altissimi, di grande velocità. Ci vorrà sempre super concentrazione e dovremo sempre stare con le antenne tirate su, come si suol dire in trentino. Nella moda una giornata equivale a un anno perché può cambiare tutto da un momento all’altro e bisogna essere sempre sul pezzo, molto elastici, a fronte degli imprevisti, speriamo non troppi».
Qualche previsione per le nuove tendenze in fatto di hairstyle? Cosa le detta (social, riviste di moda, stilisti, serie)?
«Sicuramente tutto quello che hai elencato fa moda. Non esiste più una moda vera e propria. Adesso si va un po’ nei revival, si va a cercare qualcosa di già visto, quindi si passa veramente dagli anni 50 fino agli anni 2000. Ognuno ha preso coscienza della propria personalità e quindi si identifica in un determinato momento storico, in una serie tv o in un personaggio e quindi chiede una determinata cosa in cui si rispecchia. Non segue più il gregge, ma è tutto molto più personalizzato.
Ci sarà spazio per un revival degli anni 50, che lei ama particolarmente? Come nasce questa passione?
«Personalmente amo gli anni 50 per un discorso di musica, per esempio di Jerry Lee Lewis, e poi per l’abbigliamento. Soprattutto nella moda femminile c’è un exploit di femminilità, senza paura di mostrare le forme e di essere volgari, anche attraverso le bellissime gonne a ruota che definiscono il fisico a clessidra e che te lo costruiscono anche se non ce l’hai. Il bello degli anni 50 è che si usciva dalla guerra ed era tutta una rinascita, mi piace questa filosofia di portare gioia e colore. Adesso il trend femminile è un po’ cambiato, va più di moda l’androginia. La moda degli anni 50 però è sempre ritornata anche se rivisitata. Io mi identifico in una nicchia molto più ristretta rispetto alle mode in voga tra i giovani di adesso, ma sempre riconoscibile e ben vista. Anche nella moda c’è sempre stato un ritorno e sono sicura che ci sarà più avanti, è una cosa che non molla mai, arriva, scema e poi ritorna… Per quanto riguarda sempre gli anni 50 l’anno scorso, per esempio, con il film di Elvis Presley c’è stato un picco nella ricercatezza nei look, nei tagli».
Un po’ come la Regina degli scacchi per gli anni Sessanta?
«Una serie bellissima».
La trova accurata dal punto di vista della riproduzione della moda e dei costumi?
«Certo, assolutamente. Poi è chiaro che non è tutto perfetto perché non siamo più in quegli anni lì, ma sicuramente c’è più accuratezza».